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Mohammad Hannoun presenta ricorso contro l'ordine di allontanamento da Milano

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Dopo il rilascio del foglio di via, Hannoun avvia una battaglia legale per tutelare la libertà di espressione.

Mohammad Hannoun, leader dell’Associazione Palestinesi d’Italia, ha annunciato la sua intenzione di presentare un ricorso contro il provvedimento di allontanamento dalla città di Milano, emesso dal questore. Questa decisione è scaturita dopo la manifestazione tenutasi il 18 ottobre, che ha suscitato polemiche e accuse di istigazione a delinquere nei suoi confronti.

Contesto della manifestazione

Il 25 ottobre, il questore di Milano ha formalmente imposto un foglio di via a Hannoun, vietandogli di rientrare in città. La manifestazione del 18 ottobre, caratterizzata da un’ampia partecipazione, ha avuto come tema centrale il sostegno alla causa palestinese. Durante l’evento, Hannoun ha rilasciato dichiarazioni che hanno attirato l’attenzione delle autorità, in particolare per un suo commento sulle esecuzioni di sospetti collaborazionisti di Israele da parte di Hamas.

Le dichiarazioni di Hannoun

Hannoun ha precisato che le sue parole non erano intese a giustificare tali atti, ma a contestualizzare un processo storico che ha interessato anche l’Italia nel 1945. “Ho semplicemente affermato che chi agisce deve essere pronto a fronteggiare le conseguenze delle proprie azioni”, ha dichiarato. A suo avviso, le accuse di istigazione all’odio sono infondate e mirano a demonizzare non solo lui, ma anche l’intero movimento che rappresenta.

Reazioni politiche

Le reazioni al corteo e alle dichiarazioni di Hannoun non si sono fatte attendere. Politici di diverse fazioni, tra cui la Lega e Fratelli d’Italia, hanno espresso il loro disappunto. In particolare, Silvia Sardone e Roberto Di Stefano hanno definito il corteo come una provocazione e una sfida alle autorità. “Nessuno può impedirmi di manifestare”, ha ribadito Hannoun, sottolineando il suo diritto di esprimere le proprie opinioni, anche in disaccordo con il provvedimento di allontanamento.

La posizione di Hannoun

Hannoun ha chiarito di non aver mai sostenuto le attività di Hamas, ma ha criticato le sanzioni imposte dagli Stati Uniti a chi sostiene il diritto internazionale. A suo avviso, queste misure non solo colpiscono individui specifici, ma minano anche il diritto di espressione e di protesta. “Chiedo al governo italiano di proteggere i suoi cittadini da queste ingiustizie”, ha affermato, evidenziando l’importanza di un dibattito aperto su questioni così delicate.

Prospettive future

Con il ricorso in arrivo, Hannoun si prepara a combattere una battaglia legale che potrebbe avere ripercussioni significative sul suo futuro e sulla libertà di espressione in Italia. La sua manifestazione a Sesto San Giovanni, successiva al provvedimento contro di lui, ha dimostrato che il movimento palestinese in Italia non intende rinunciare alla questione e continuerà a lottare per i propri diritti.

Il corteo, svoltosi il 1° novembre, ha visto sventolare cartelli con slogan che richiamavano l’attenzione sulla lunga storia di colonialismo e oppressione subita dal popolo palestinese. “Con la Palestina fino alla liberazione!” è stato uno dei messaggi chiave del raduno, che ha riunito molte persone in segno di solidarietà.

Hannoun ha ribadito l’importanza di mantenere vivo il dibattito e la protesta, affermando che la lotta per i diritti dei palestinesi è una questione di giustizia e di umanità, che va oltre le etichette politiche. La sua figura continua a essere controversa, ma il suo impegno rimane forte.