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Guerra Israele, secondo incontro Netanyahu-Trump: "Buone chance per un cessate il fuoco"

Netanyahu trump

Guerra in Medio Oriente, Trump e Netanyahu tornano a parlarsi alla Casa Bianca: in agenda la tregua.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato nuovamente Donald Trump in un vertice riservato negli Stati Uniti. È il secondo colloquio tra i due leader nel giro di poche ore, un segnale dell’intensificarsi della diplomazia parallela che cerca di aprire uno spiraglio verso un cessate il fuoco. Gli ultimi dettagli emersi dall’incontro.

Netanyahu-Trump, secondo incontro a porte chiuse: cosa è emerso

Dopo il secondo colloquio in 24 ore con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il vicepresidente J.D. Vance alla Casa Bianca, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha riferito che al centro delle discussioni vi sono stati gli sforzi per ottenere la liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas. In un video registrato alla Blair House, il premier ha ribadito che Israele non intende interrompere le operazioni, sostenendo che i progressi finora compiuti sono stati resi possibili dalla pressione militare esercitata sul campo dalle forze armate israeliane. Ha riconosciuto, tuttavia, che tale impegno comporta un costo umano elevato, con la perdita di molti soldati.

Netanyahu ha inoltre riaffermato la determinazione del governo israeliano a raggiungere tutti gli obiettivi dichiarati nella guerra a Gaza: la liberazione completa degli ostaggi, sia vivi che deceduti; la distruzione dell’apparato militare e amministrativo di Hamas; e la garanzia che la Striscia non rappresenti più una minaccia per lo Stato di Israele.

Alcuni punti critici, come quello legato agli aiuti umanitari, sarebbero in via di definizione. Le parti avrebbero concordato che nelle aree di Gaza da cui l’IDF si ritirerà, l’assistenza umanitaria sarà garantita dalle Nazioni Unite o da enti internazionali neutrali, non collegati né a Israele né ad Hamas. Anche la richiesta di garanzie da parte di Hamas, secondo cui Israele non dovrebbe poter riprendere unilateralmente le ostilità allo scadere dei 60 giorni di tregua, sarebbe stata affrontata. In merito, l’inviato speciale Steve Witkoff avrebbe assicurato tramite messaggio che Trump si impegnerà a prolungare la tregua nel caso in cui i negoziati per porre fine al conflitto dovessero protrarsi oltre il termine previsto.

Commentando l’esito degli incontri, Netanyahu ha sottolineato:

Ritengo che ci sia un buona chance di un cessate il fuoco. Io e Trump crediamo nella dottrina della pace attraverso la forza. Prima viene la forza, poi la pace. Abbiamo dimostrato molta forza e ci sembra che la pace porti molti frutti. Saremo in grado di espandere gli Accordi di Abramo, creando una realtà inimmaginabile in Medio Oriente, portando prosperità e stabilità”.

Nonostante ciò,  ha chiarito che Israele non firmerà alcun patto “a ogni costo”.

Spiragli di tregua tra Israele e Hamas, ma restano ostacoli sui dettagli dell’accordo

Secondo quanto riportato da Channel 12, Israele avrebbe ricevuto tramite il Qatar un’indicazione secondo cui Hamas starebbe valutando seriamente un’intesa per una tregua e il rilascio di alcuni ostaggi. I mediatori qatarioti avrebbero espresso un cauto ottimismo, ritenendo l’accordo raggiungibile, sebbene resti da risolvere la questione del riposizionamento delle truppe israeliane.

Dal canto suo, Hamas ha smentito che i negoziati stiano avanzando in modo positivo, attribuendo il rallentamento delle trattative all’atteggiamento israeliano. Secondo un esponente del movimento, il vero ostacolo non risiederebbe nei contenuti delle discussioni, ma nella mancanza di serietà da parte di Israele, accusato di inviare delegazioni poco affidabili e lente nel negoziato.

In un’intervista concessa all’emittente Al-Jazeera, il portavoce di Hamas, Taher Al-Nunu, ha dichiarato che l’organizzazione sarebbe pronta a liberare dieci ostaggi in cambio della cessazione totale delle ostilità e dell’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Ha inoltre ribadito che il gruppo mantiene una posizione irremovibile su alcuni punti fondamentali, tra cui il completo ritiro delle forze israeliane da Gaza e la fine dell’offensiva militare.

Nel frattempo, però, il presidente Trump ha dichiarato:

“Abbiamo una chance molto buona per un accordo su Gaza questa settimana o la prossima“.