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Nuove rivelazioni sul caso di Liliana Resinovich: un tecnico coinvolto

Immagine del tecnico coinvolto nel caso Resinovich

Il tecnico anatomico ammette di aver potuto causare una frattura vertebrale

Il mistero di Liliana Resinovich

Il caso di Liliana Resinovich, la 63enne triestina trovata morta nel gennaio 2022, continua a riservare colpi di scena. Recentemente, un tecnico anatomico che partecipò alla prima autopsia ha rilasciato dichiarazioni sorprendenti, suggerendo che potrebbe essere stato lui a causare una frattura a una vertebra della vittima. Questa informazione, inizialmente trascurata, riaccende i riflettori su un caso che ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso.

Le implicazioni delle nuove dichiarazioni

La frattura vertebrale, insieme a una lesione a una costola, aveva portato la procura a riaprire il caso, ipotizzando un possibile omicidio. Il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, è stato iscritto nel registro degli indagati, ma ha sempre mantenuto la sua innocenza. Le recenti affermazioni del tecnico anatomico potrebbero cambiare le carte in tavola, sollevando interrogativi su come e quando siano avvenuti i traumi. Gli inquirenti stanno ora valutando se queste nuove informazioni possano fornire un quadro più chiaro della dinamica degli eventi.

Il dibattito tra omicidio e suicidio

Il caso di Liliana ha generato un acceso dibattito tra coloro che sostengono l’ipotesi del suicidio e quelli che credono fermamente in un omicidio. Le nuove rivelazioni potrebbero influenzare l’opinione pubblica e le indagini stesse. Mentre alcuni esperti continuano a esaminare le prove, la famiglia di Liliana e i suoi sostenitori chiedono giustizia e chiarezza. La comunità triestina è in attesa di ulteriori sviluppi, sperando che la verità emerga finalmente.