Negli ultimi giorni, città come Bergamo, Firenze, Torino sono rimaste al buio. Non per colpa di un fulmine o di un disservizio casuale. Ma perché la rete elettrica, quella sotterranea, si è trovata di fronte a un nemico silenzioso: il calore. Non quello del giorno in spiaggia, ma quello che penetra l’asfalto, il caldo record che si annida nelle città surriscaldate anche per colpa forse del troppo cemento.
Scalda i cavi e li manda in tilt.
Strategie nuove per evitare danni da caldo record e allerta meteo temporali grandine
I blackout, spesso, non sono causati da consumi elevati per il caldo record. Il problema è a monte: i materiali non reggono più. E se a questo aggiungiamo temporali violenti e improvvisi, grandinate che distruggono, cavi che si gonfiano di umidità e saltano… il quadro è chiaro. Serve cambiare strategia. C’è chi ci sta già lavorando. Le società che gestiscono la distribuzione – E-distribuzione, Areti, Unareti – stanno provando a modernizzare le infrastrutture. Come? Con cavi più larghi, più resistenti, e sistemi digitali che monitorano in tempo reale eventuali guasti. Alcuni parlano persino di raffreddamento attivo dei cavi. Fantascienza? Forse no. Altra proposta: rendere la rete “a maglie”, così se un tratto va giù, l’energia si sposta altrove. Un piano ambizioso, certo. Ma urgente. Perché la prossima ondata di calore arriverà. E dopo, forse anche un’altra grandinata.
Italia sotto stress: il caldo record mette in crisi le reti elettriche
Un caldo così non si vedeva da tempo. E non parliamo solo di termometri impazziti. Roma, Bergamo, Firenze, Livorno, Savona, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Vimodrone, Pioltello — un elenco che sembra una mappa dei blackout.
Negozi al buio, semafori fuori uso, ascensori bloccati e pompe dell’acqua ferme. In alcune zone i blackout hanno lasciato interi quartieri senza elettricità. Il motivo? Troppo caldo. Ma non solo. La domanda energetica ha superato abbondantemente il terawattora giornaliero, con punte del 25% sopra la media stagionale.
A Bergamo e Firenze si corre ai ripari con gruppi elettrogeni e monitoraggi speciali. A Roma Areti ha mobilitato 800 tecnici e raddoppiato i generatori. Ma basterà?
Il Codacons accusa: “Era tutto prevedibile”. E ricorda che gli indennizzi ai cittadini vanno pagati automaticamente. Intanto, dall’Omm arriva l’avvertimento: prepariamoci a conviverci.
Il caldo record è il nuovo standard. E le reti, così com’erano pensate, cominciano a cedere. Una domanda sorge spontanea: quanto siamo davvero pronti a reggere tutto questo?