Un nuovo scandalo legato agli appalti pubblici truccati travolge la scena politica siciliana. La Procura di Palermo ha acceso i riflettori su un presunto sistema di corruzione e favoritismi che avrebbe condizionato l’assegnazione di contratti nella sanità regionale. Al centro dell’indagine figurano nomi noti della politica isolana, funzionari pubblici e imprenditori, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione.
Palermo, appalti truccati: le indagini e la richiesta di arresto
La Procura di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia, ha chiesto l’applicazione dei domiciliari per 18 persone, tra cui l’ex presidente della Regione Siciliana Salvatore “Totò” Cuffaro e il deputato di Noi Moderati Saverio Romano.
Come riportato dall’ANSA, l’indagine ruota intorno a presunti appalti pilotati nel comparto sanitario e ha coinvolto anche diversi dirigenti pubblici e collaboratori vicini agli ex esponenti di governo. I carabinieri del Ros hanno notificato agli indagati l’invito a comparire davanti al giudice per le indagini preliminari, che deciderà sull’eventuale concessione delle misure cautelari solo dopo gli interrogatori. Nel caso di Romano, in quanto parlamentare, sarà necessario valutare la richiesta di autorizzazione a procedere da parte del Parlamento.
Palermo, la Procura chiede l’arresto di Cuffaro: tutti i nomi nell’inchiesta
Cuffaro, oggi alla guida della Nuova Democrazia Cristiana, ha già scontato una pena di sette anni per favoreggiamento personale a esponenti di Cosa nostra e rivelazione di segreto d’ufficio, condanna divenuta definitiva nel 2011.
Stando a quanto riportato da AGI, tra le 18 persone coinvolte nell’indagine figurano, oltre all’ex presidente della Regione Siciliana Salvatore “Totò” Cuffaro e al deputato di Noi Moderati Saverio Romano, anche Vito Raso, storico collaboratore dell’ex governatore, il deputato regionale della Dc Carmelo Pace, l’ex manager dell’ospedale Villa Sofia Roberto Colletti, Antonio Abbonato, Ferdinando Aiello, Paolo Bordonaro, Alessandro Maria Caltagirone, Marco Dammone, Giuseppa Di Mauro, Vito Fazzino, Antonio Iacono, Mauro Marchese, Sergio Mazzola, Paolo Emilio Russo, Giovanni Giuseppe Tomasino e Alessandro Vetro. Tutti sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione nell’ambito della presunta rete di appalti pilotati nel settore sanitario siciliano.
Nel frattempo, la Procura prosegue le verifiche per accertare eventuali irregolarità e scongiurare la dispersione di prove in un’inchiesta destinata a far discutere a lungo.