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Ponte Morandi, Castellucci sotto accusa: la Procura chiede condanna pesante

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La Procura di Genova accusa l’ex Ad Castellucci di gravi negligenze responsabili del crollo del ponte Morandi e della morte di 43 persone.

Il crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018 a Genova, rappresenta una delle tragedie più drammatiche della recente storia italiana, con la morte di 43 persone e il dolore di centinaia di famiglie coinvolte. Al centro dell’attenzione c’è l’ex amministratore delegato di Autostrade, Giovanni Castellucci, per il quale la Procura di Genova ha richiesto la pena più alta.

La difesa di Castellucci e il futuro del processo Morandi

La difesa di Castellucci ha respinto con forza la richiesta dei pm. L’avvocato Guido Carlo Alleva ha definito la pena “inaccettabile e spaventosa“, criticando le valutazioni personali sulla personalità del manager che, a suo avviso, non dovrebbero influenzare il giudizio penale.

Dopo la richiesta per Castellucci, la Procura passerà a valutare condanne, assoluzioni e prescrizioni per gli altri 56 imputati.

Le società Aspi e Spea, coinvolte nella gestione e sorveglianza del viadotto, hanno patteggiato, versando 29 milioni e risarcendo quasi tutte le famiglie delle vittime, oltre a contribuire alla costruzione del nuovo viadotto. La sentenza finale è prevista non prima della primavera 2026, dopo che avranno parlato le parti civili e le difese degli imputati.

Processo Morandi: chiesta condanna pesante per l’ex amministratore di Autostrade Castellucci

Nel processo sul crollo del ponte Morandi del 14 agosto 2018, la Procura di Genova ha avanzato richieste di condanna severissime, prendendo come punto di partenza il drammatico caso della vittima più giovane, Samuele Robbiano, di otto anni.

I pubblici ministeri Walter Cotugno e Marco Airoldi hanno chiesto 18 anni e sei mesi per l’ex amministratore delegato di Autostrade, Giovanni Castellucci, sottolineando che si tratta della “richiesta massima per gli elementi di gravità contro di lui”.

Per gli altri dirigenti di spicco, le pene proposte variano dai 12 ai 15 anni, mentre per un tecnico di Spea la Procura ha chiesto poco più di due anni. Le condanne per reati che includono omicidio colposo plurimo aggravato, disastro colposo, falso e rimozione di dispositivi di sicurezza, con l’assoluzione richiesta solo per il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti.

I pm hanno dedicato un’intera udienza all’analisi delle responsabilità di Castellucci, evidenziando come fosse a conoscenza dello stato del viadotto fin dal 2009, ma avesse posticipato gli interventi per privilegiare il profitto aziendale.

“Un’enciclopedia di elementi negativi per Castellucci, tutti uno più grave dell’altro. Qua siamo al massimo livello di colpa possibile. Perché si è comportato così Castellucci? Per profitto, prestigio personale, benefit vari, carriera. Perché gli piaceva garantire agli azionisti dividendi enormi. L’allora Ad era come lord Voldemort che non si può nemmeno nominare. Aveva creato un clima tale che quando scrivevano di lui mettevano i puntini”, ha dichiarato il pm.

La portavoce del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, Egle Possetti, ha commentato:

Mi è piaciuto molto il discorso del pm che ha fatto un ragionamento lineare sulle enormi responsabilità… la richiesta di questa pena elevata è ovviamente per noi molto importante”.