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Riconoscimento di vittima del dovere per un poliziotto infortunato

Poliziotto infortunato riceve riconoscimento ufficiale

Il tribunale di Aosta riconosce lo status di vittima del dovere a un poliziotto infortunato durante un'operazione contro la mafia.

Il caso del poliziotto ferito

Il tribunale del lavoro di Aosta ha recentemente accolto il ricorso di un funzionario di polizia che ha subito un grave infortunio durante una missione per la cattura del superlatitante Bernardo Provenzano. Questa decisione segna un importante passo avanti nel riconoscimento dei diritti dei membri delle forze dell’ordine che operano in situazioni ad alto rischio.

I giudici hanno stabilito che l’incidente non può essere considerato un semplice “incidente in itinere”, come sostenuto inizialmente dal ministero dell’Interno, ma deve essere riconosciuto come un evento lesivo occorso per causa di servizio.

Il riconoscimento dello status di vittima del dovere

Grazie all’impegno dei legali Francesco Leone, Simona Fell, Raimonda Riolo e Flavia Maria Caradonna, il tribunale ha riconosciuto che l’infortunio subito dal poliziotto, che ha portato a un’invalidità permanente del 49%, rientra nella definizione di “evento lesivo occorso per causa di servizio in attività connessa alla tutela dello Stato”. Di conseguenza, il ministero è stato obbligato a erogare circa 150mila euro al ricorrente, oltre a tutti i benefici previsti dalla legge, come l’esenzione dal ticket sanitario e un assegno vitalizio speciale.

Un’importante vittoria per le forze dell’ordine

Questa sentenza rappresenta una vittoria non solo per il poliziotto coinvolto, ma anche per tutti coloro che, quotidianamente, lavorano per garantire la sicurezza dello Stato. I legali hanno sottolineato l’importanza di questa decisione, evidenziando come molti agenti siano esposti a rischi enormi senza adeguate tutele. La sentenza del tribunale di Aosta potrebbe fungere da precedente per altri casi simili, contribuendo a una maggiore protezione per i membri delle forze dell’ordine che operano in situazioni pericolose.