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Russia-Ucraina, il Vaticano tenta la mediazione ma Lavrov la boccia: "Irrealistico"

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Lavrov definisce "irrealistico" un dialogo tra Russia e Ucraina in Vaticano. Mosca respinge la mediazione, mentre proseguono tensioni, scambi di prigionieri e test missilistici nell’Est europeo.

Il Vaticano ci aveva provato. Ancora una volta. Mettere Russia e Ucraina allo stesso tavolo, magari tra i marmi silenziosi della Santa Sede, con la speranza che da lì potesse nascere almeno un’idea di pace. Ma Sergey Lavrov, ministro degli Esteri russo, ha stroncato tutto sul nascere. “Irrealistico”, ha detto. Poi ha aggiunto qualcosa che suona anche peggio.

Russia Ucraina Vaticano: proposta bocciata, clima sempre più teso

Lavrov non ha usato mezzi termini: “Sarebbe un po’ inelegante per Paesi ortodossi discutere in territorio cattolico le cause profonde del conflitto”. Punto. Secco, freddo. E la chiesa ortodossa russa? Kiev la starebbe “distruggendo”. Parole pesanti, dette con calma glaciale durante una conferenza a Mosca. Il Wall Street Journal aveva parlato di nuovi colloqui in Vaticano a metà giugno. Ma Lavrov ha spento la fiammella: “Il Vaticano non sarebbe neanche a suo agio nel ricevere delegazioni ortodosse in questo momento”. Eppure, ha lasciato uno spiraglio: un secondo round di colloqui tra Russia e Ucraina ci sarà. Solo, altrove. E in tempi non precisati. Intanto, Mosca lavora a un memorandum. Lo stanno già scrivendo. Forse lo consegneranno a Kiev. Forse.

Vaticano fuori gioco, ma la guerra va avanti tra missili e droni

Mentre si discuteva di pace, Trump ha annunciato su Truth un nuovo scambio di prigionieri tra Kiev e Mosca. Un passo avanti? Forse. “Potrebbe portare a qualcosa di grande?”, si chiede lui. Dall’altra parte, però, Putin non parla di tregua. Parla di confini. E di zone cuscinetto. Vuole crearle lungo le aree di contatto con l’Ucraina, da Kursk a Belgorod. “Le nostre forze stanno già lavorando”, ha detto. Parole che Kiev ha letto come un’ulteriore conferma: la Russia non vuole davvero la pace. E lo scrivono nero su bianco anche i loro diplomatici. Intanto, Mosca ha testato un missile Kalibr dal nuovo sottomarino Arkhangelsk. Un razzo sparato nel Mare di Barents, centrato l’obiettivo a 600 km. E nella notte, 112 droni abbattuti. Otto feriti a Lipetsk, colpita una zona industriale. Fiamme, fumo, paura. La pace sembra ancora molto lontana. E il Vaticano resta fuori dalla porta.