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Diciamoci la verità: le carceri italiane sono un cimitero dei diritti umani, e il report “L’emergenza è adesso” di Antigone non fa altro che confermare una realtà che molti preferiscono ignorare. Le statistiche parlano chiaro: 62.728 detenuti al 30 giugno 2025, con un aumento di 1.248 unità rispetto all’anno precedente, e un sovraffollamento che ha raggiunto livelli insostenibili.
Ma a chi interessa veramente?
Un quadro drammatico: sovraffollamento e condizioni inumane
La realtà è meno politically correct: il tasso di affollamento nelle carceri italiane è al 134,3%, ma in 62 istituti si supera il 150%, con punte che arrivano addirittura al 190% in luoghi come San Vittore e Roma Regina Coeli. In queste celle, i detenuti non solo sono costretti a vivere in spazi angusti e soffocanti, ma devono anche affrontare temperature insopportabili che raggiungono i 37 gradi. Gli unici ventilatori disponibili? A pagamento e in numero limitato. Un vero paradosso in una nazione che si dice civile. Ma ci siamo mai chiesti come ci sentiremmo in una situazione simile?
Il governo, da parte sua, continua a sventolare piani di edilizia penitenziaria che non si traducono in fatti concreti. I tanto decantati 7.000 nuovi posti previsti entro la fine dell’anno si scontrano con la realtà: solo 42 posti realizzati nell’ultimo anno e una diminuzione di 394 posti disponibili. Questo scenario non è solo una questione di numeri, ma una vera e propria questione di dignità umana. È ora di affrontare il problema senza veli.
La situazione negli istituti minorili: un’ulteriore ferita
Ma la situazione non migliora nemmeno negli istituti per minorenni. Le ispezioni di Antigone rivelano una realtà allarmante: i ragazzi vivono su materassi a terra, mancano le ore d’aria e si assiste a un preoccupante aumento dell’uso di psicofarmaci. Dopo l’entrata in vigore del Decreto Caivano, il numero di minorenni detenuti è aumentato del 50% in meno di tre anni. E più del 60% di questi ragazzi è ancora in attesa di giudizio, una violazione inaccettabile del diritto alla giustizia. Ma ci siamo mai chiesti quale futuro stiamo offrendo ai nostri giovani?
Il racconto della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Roma, Valentina Calderone, è a dir poco inquietante. Ha dichiarato che il sovraffollamento è ormai “strutturale”, e non possiamo più parlare di emergenza. Una situazione che non può essere tollerata in un paese che si vanta di essere un esempio di democrazia e rispetto dei diritti umani.
Conclusioni scomode: quale futuro per le carceri italiane?
La denuncia di Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, è chiara: le misure proposte dal governo sono insufficienti. La realtà è che ci troviamo di fronte a una crisi sistemica, non a un’emergenza passeggera. È tempo di mettere da parte le promesse irrealizzabili e affrontare la questione con serietà. È necessario adottare misure incisive e concrete, non solo per garantire la dignità dei detenuti, ma anche per ripristinare la credibilità del nostro sistema penale.
In un contesto dove i diritti fondamentali vengono quotidianamente calpestati, è fondamentale risvegliare la coscienza collettiva e sollecitare un dibattito serio. Dobbiamo domandarci: quali sono i valori che vogliamo difendere come società? È ora di abbattere il muro dell’indifferenza e affrontare la verità scomoda delle nostre carceri.