L’inchiesta sulla tragica strage di Brandizzo, che ha scosso profondamente la comunità, si è ufficialmente conclusa con un sorprendente colpo di scena. La Procura di Ivrea ha preso una decisione inaspettata, modificando radicalmente il quadro delle accuse e il numero degli indagati coinvolti.
La strage di Brandizzo e le responsabilità: i fatti della notte del 30 agosto 2023
Quella notte, cinque operai dipendenti della Sigifer furono investiti e uccisi da un treno in transito a circa 160 km/h mentre lavoravano sui binari della stazione di Brandizzo, a circa 20 chilometri da Torino.
Le vittime, Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Giuseppe Saverio Lombardo, persero la vita nell’incidente che ha segnato profondamente la comunità locale e il settore ferroviario. Altri due operai presenti riuscirono a mettersi in salvo senza riportare ferite.
Ora, dopo quasi due anni, si assiste all’evoluzione del processo con le accuse ridefinite dalla Procura, che punta a chiarire le responsabilità con una contestazione meno grave ma comunque pesante.
Strage di Brandizzo, inchiesta chiusa con colpo di scena: cambiano accuse e numero di indagati
La Procura di Ivrea, guidata dal pm Gabriella Viglione, ha notificato la chiusura delle indagini sulla drammatica strage di Brandizzo, avvenuta nella notte tra il 30 e il 31 agosto 2023.
Sono 24 gli indagati, tra cui 21 persone fisiche e tre società — Rfi, Sigifer e Clf — tutte coinvolte a vario titolo nell’accusa di omicidio colposo. Viene meno, invece, l’ipotesi iniziale di omicidio volontario con dolo eventuale, una svolta significativa che modifica il quadro giudiziario rispetto ai primi mesi dell’inchiesta.
Tra gli indagati figurano due ex amministratori di Rfi, Vera Fiorani e Gianpiero Strisciuglio, entrambi chiamati a rispondere in qualità di datori di lavoro per la gestione delle attività sulla linea ferroviaria Milano-Torino, teatro della tragedia.