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Strage di Ustica, la data del 27 giugno segna 45 anni di misteri e verità elusive

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La data della strage di Ustica continua a evocare dolore e interrogativi, mentre si cerca ancora una verità che sembra sfuggire nel tempo.

Quel maledetto 27 giugno 1980 non è così lontano come sembra. Una data impressa nella memoria del nostro Paese. Restano ancora oggi vive nella testa di chi quegli attimi li ha vissuti o li ha sentiti raccontare. Quel Dc9 partito da Bologna per Palermo sparì nel nulla. Ottantuno persone a bordo, vite spezzate, e nessun corpo ritrovato.

Una ferita che non si chiude, la strage di Ustica, un mistero che pesa ancora come un macigno. Ogni anno, quel giorno torna a farsi sentire, a ricordarci che quella storia non è mai stata davvero raccontata tutta.

Strage di Ustica, una data che non si cancella: 27 giugno 1980

Un aereo Dc9 è caduto, ma come e perché nessuno ha mai saputo dirlo con certezza. Le indagini sono durate anni, i processi ancora di più, ma alla fine tutto è rimasto sospeso. Archiviati, senza avere mai una risposta chiara? Il presidente Mattarella l’ha definita una delle tragedie più oscure della nostra storia recente. Eppure la Repubblica non si rassegna e continua a cercare la verità sulla strage di Ustica. Una verità però che sembra scivolare via ogni volta.

Daria Bonfietti, che parla a nome dei parenti delle vittime, porta sulle spalle il peso dei parenti delle vittime e che però non si è mai arreso. Dopo 17 anni di indagini, i pm di Roma hanno chiesto di chiudere il caso senza aver trovato chi ha abbattuto quell’aereo. E poi ci sono quegli aerei militari stranieri che quella notte erano nei nostri cieli e non hanno mai spiegato cosa stavano facendo. Un’ombra che resta, e che nessuno vuole davvero illuminare? Chissà se il tempo porterà alla luce nuovi particolari.

Strage di Ustica, perchè quella data è ancora incisa nella nostra memoria?

Per i 45 anni da quella tragedia, la data della strage di Ustica, la Rai ha dedicato una giornata con programmi, interviste e documentari. Nel museo di Bologna le luci si accendono e si spengono, una per ogni vittima, come un battito di cuore che non si ferma… Non è solo memoria, è un urlo che chiede giustizia e verità.

Quel giorno è una ferita aperta che non smette di far male. Un grido che aspetta risposte, e che finché non arriveranno non ci lascerà mai in pace. Perché parlare di quel 27 giugno vuol dire fare i conti con una verità che il tempo ha sempre voluto nascondere.