Firenze, 4 ott. (Adnkronos) –
“Siamo pronti a partecipare attivamente alla fase della ricostruzione dello Stato palestinese, ma anche della ricostruzione delle parti distrutte durante questa guerra: dovrebbe esserci presto in Egitto una conferenza che si occupa proprio di questo e noi porteremo il nostro contributo”.
Così il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani ha risposto – durante la sua partecipazione alla sessione pomeridiana del settimo Festival dell’economia civile a Firenze – alla richiesta avanzata ieri dal Patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa che nella giornata di venerdi era stato ospite, in video collegamento, con il FNEC.
Pizzaballa aveva evidenziato la necessità di costruire delle reti di economia civile per poter portare pace e sviluppo in Palestina una volta finita la guerra.
“La chiesa è presente in tutta quell'area, c'è una comunità cristiana che è stata attaccata e noi abbiamo sempre condannato gli attacchi sia ai cristiani che sono a Gaza, sia ai cristiani che sono in Cisgiordania, non perché la vita del palestinese cristiano valga più della vita del palestinese di un'altra regione, ma perché i palestinesi cristiani sono come tutti i cristiani in Medioriente un elemento di pace e di stabilità – ha aggiunto Tajani -. Ecco, li potremmo coinvolgere proprio per cominciare a costruire reti di economia sociale una volta finita la guerra”.
Il Festival Nazionale dell’Economia Civile ha proposto delle iniziative legate al tema della pace, che si basano su un processo dal basso capace di costruire reti, sociali ed economiche che possono supportare le persone, le organizzazioni, le istituzioni in un confronto collaborativo e non prevaricatore. (https://festivalnazionaleconomiacivile.it/piano-per-la-pace/)
Il modello dell’economia civile è stato indicato come virtuoso dal titolare degli Esteri durante il suo intervento nel Salone dei Cinquecento perché capace di garantire “una crescita non per pochi privilegiati, ma una crescita che costruisce benessere per tutti. E le cooperative svolgono in modo particolare questo ruolo”. Tajani ha sottolineato in particolare il ruolo delle imprese cooperative che oltre a rappresentare una parte significativa del nostro agroalimentare “operano anche nelle aree interne del nostro paese e riescono a creare benessere anche laddove normalmente è più difficile crearlo”.
Rivolgendosi poi a quella parte dell’imprenditoria cooperativa che opera nel segmento bancario, rappresentata dalle BCC e dalle popolari, Tajani è intervenuto sul tema – “caldo” in fase di redazione della manovra di bilancio – dell’ipotesi di tassazione dei cosiddetti “extraprofitti”: dopo aver premesso che “non esiste base giuridica per l'extraprofitto e quindi non si capisce che cosa significa 'tassiamo gli extraprofitti'”.
Tajani ha invitato a fare le opportune distinzioni: “Quando si parla di banche, bisogna anche dividere le banche- ha detto – Ci sono le grandi banche che servono a accompagnare le nostre imprese nel mondo e fare grandi operazioni, poi ci sono le banche di credito cooperativo e le banche popolari. A che cosa servono queste banche? Servono soprattutto a raccogliere il risparmio e erogare prestiti alle piccole e medie imprese, in modo che queste possano lavorare, accedere al credito, pianificare e investire guardando al futuro. Quindi bisogna stare molto attenti quando si parla di tassazione delle banche. Abbiamo sventato due anni fa l'extraprofitto perché poi si finiva per colpire le Bcc e le banche popolari. Noi dobbiamo sostenere ancora di più il mondo delle banche di prossimità”.