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Il vaccino russo contro il cancro funziona? La sperimentazione e lo sviluppo

Vaccino russo contro il cancro

Vaccino russo contro il cancro: la sperimentazione e i piani della Serbia per introdurlo entro il 2026

La Serbia potrebbe presto diventare il primo Paese, dopo la Russia, a introdurre un innovativo vaccino oncologico sperimentale, che molti definiscono una svolta nella lotta contro il cancro. Si chiama Enteromix, e la notizia è stata resa pubblica da Nenad Popovic, ministro per la Cooperazione economica internazionale. È stato proprio lui ad annunciare che una delegazione di esperti serbi si recherà a Mosca per definire i dettagli dell’accordo con la parte russa.

Secondo Popovic, si tratta di un progetto di enorme rilevanza medica e sociale, capace di aprire nuove prospettive terapeutiche per i pazienti oncologici serbi. Tuttavia, la comunità scientifica mantiene ancora un certo scetticismo. A dispetto degli entusiasmi iniziali, infatti, non si tratta di un vaccino preventivo in senso stretto, ma piuttosto di un trattamento che sfrutta l’inoculazione di quattro virus innocui e “capaci di distruggere al 60-80% la massa tumorale”.

Il nuovo vaccino russo contro il cancro: lo sviluppo

Il nuovo vaccino russo contro il cancro è stato sviluppato negli ultimi anni e, secondo quanto riferito da Popovic ai media di Belgrado, avrebbe superato con successo tutti i test preclinici sugli animali, con un’efficacia dichiarata del 100%. La settimana scorsa una delegazione russa di alto livello, guidata dal professor Aleksandr Ginzburg, direttore dell’Istituto Gamaleja, e dal noto oncologo Andrej Karpin, direttore del centro di ricerca oncologica Gerzen, si è recata in Serbia per discutere di una futura cooperazione bilaterale. Durante l’incontro con il presidente serbo Aleksandar Vucic, è stato confermato l’interesse comune a introdurre il vaccino il prima possibile. Come ha spiegato Popovic, l’obiettivo è che i pazienti serbi possano accedervi già nel 2026, subito dopo i cittadini russi.

Al momento, Enteromix è stato progettato per trattare melanomi e alcuni tumori polmonari, ma gli scienziati stanno lavorando a nuove versioni per altre forme di neoplasie. È un approccio personalizzato e innovativo, capace di adattarsi al profilo genetico di ogni singolo paziente. Popovic ha chiarito che il processo inizia con il prelievo del materiale genetico del malato, combinato poi con campioni del tessuto tumorale. Grazie a modelli matematici avanzati e all’impiego dell’intelligenza artificiale, circa in una settimana viene creato un vaccino specifico per il singolo paziente.

La Serbia e il vaccino russo contro il cancro

Per rendere possibile l’introduzione del vaccino russo contro cancro nel sistema sanitario serbo, il governo ha istituito un gruppo di lavoro nazionale incaricato di gestire gli aspetti medici e infrastrutturali. È inoltre prevista, entro la fine dell’anno, una missione ufficiale a Mosca, con la partecipazione di specialisti serbi e dei rappresentanti dell’Istituto di ricerca Torlak.

Popovic ha precisato che l’intento è quello di svolgere in Serbia la fase diagnostica, mentre la produzione del vaccino personalizzato sarà inizialmente affidata alla Russia, seguendo un modello simile a quello adottato durante la pandemia con il vaccino Sputnik. L’ambizione, però, è quella di iniziare la produzione diretta sul suolo serbo entro il 2026, proprio presso l’Istituto Torlak.