Il caso di Vito Mezzalira continua a scuotere la provincia di Gorizia e a catturare l’attenzione dell’opinione pubblica. L’ex postino triestino, scomparso dal 2019, è al centro di un’indagine complessa e drammatica che, dopo anni di silenzio, ha portato al ritrovamento di resti umani nella villetta dove viveva. La vicenda, segnata da misteri, inganni e sospetti economici, mette in luce non solo la dimensione personale del caso, ma anche le intricate dinamiche investigative necessarie per far emergere la verità su una scomparsa che sembrava destinata a rimanere senza risposta.
Indagini e sospetti sulla scomparsa di Vito Mezzalira: una trama di inganni e interessi economici
Le indagini erano ripartite nel settembre 2023, quando la sorella di Mezzalira, Domenica, preoccupata per l’assenza di contatti e i movimenti sospetti sui conti del fratello, aveva denunciato la scomparsa. Gli accertamenti hanno evidenziato operazioni finanziarie anomale, alimentando l’ipotesi che la sparizione non fosse volontaria.
Tre persone risultano al momento indagate: la compagna di Mezzalira, Mariuccia Orlando, suo figlio Andrea Piscanec e il fratello della donna, Moreno Redivo. Per loro l’accusa comprende concorso in omicidio volontario, concorso in sottrazione di cadavere e truffa aggravata e continuata, con sospetti legati anche alla riscossione indebita della pensione dell’ex postino.
Vito Mezzalira scomparso nel nulla: dopo anni di mistero la svolta nelle indagini
Dopo oltre cinque anni di silenzio, i carabinieri hanno rinvenuto resti scheletrici nel cortile cementato della villetta in cui l’uomo viveva a Poggio Terza Armata, in provincia di Gorizia. Lo scheletro, sepolto a circa quattro metri di profondità in una fossa per acque nere e avvolto in sacchi di plastica, sarebbe stato occultato con terra e materiale di risulta, poi coperto da un nuovo cortiletto in cemento per ostacolare eventuali ricerche.
L’intervento, coordinato dalla Procura di Gorizia, ha visto il coinvolgimento di unità specializzate del Ros di Roma, del Centro Carabinieri Cinofili di Firenze e dei Vigili del Fuoco di Gorizia e Udine, con l’uso di georadar e cani addestrati alla ricerca di resti umani. Le analisi medico-legali e genetiche determineranno ora con certezza l’identità della vittima e le cause del decesso.
La vicenda ha sconvolto la comunità locale: Mezzalira, descritto come persona gentile e riservata, era molto stimato a Gorizia. Le indagini proseguono, con gli esperti al lavoro sulle tracce biologiche e sugli indizi rinvenuti, nella speranza di chiarire la dinamica del delitto e fare finalmente luce su uno dei misteri più inquietanti degli ultimi anni.