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Accordo UE-USA: tra illusioni e realtà commerciali

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Dietro il trionfalismo dell'accordo commerciale tra UE e USA si nascondono delle verità scomode che meritano di essere analizzate.

Il recente accordo commerciale tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, acclamato come un passo avanti verso la stabilità economica, è l’ennesimo esempio di come le narrative politiche possano distorcere la realtà. Diciamoci la verità: mentre i leader si affannano a parlare di “prevedibilità” e “stabilità”, la sostanza dell’intesa rischia di riflettere più una speranza ottimistica che una soluzione concreta ai problemi commerciali esistenti.

Siamo di fronte a un’illusione che potrebbe rivelarsi fragile nel tempo.

La verità dietro l’accordo commerciale

La firma della dichiarazione congiunta tra Ursula von der Leyen e Donald Trump ha suscitato un certo entusiasmo, ma analizziamo più da vicino cosa implica realmente. Innanzitutto, l’accordo stabilisce un tetto massimo del 15% per le esportazioni europee verso gli Stati Uniti, sostituendo un sistema di dazi più pesanti e cumulativi. Ma è davvero un passo avanti?

Secondo dati recenti, il commercio bilaterale di beni e servizi tra UE e USA ha superato i 1.600 miliardi di euro nel 2024, con oltre 4,2 miliardi di euro che transitano ogni giorno attraverso l’Atlantico. Tuttavia, le statistiche mostrano anche che l’Europa è ancora in difficoltà nel competere con il mercato statunitense, specialmente in settori strategici come l’auto, dove le tariffe erano arrivate fino al 27,5%. Essere “graziati” con un 15% potrebbe sembrare un successo, ma non è sufficiente per rilanciare un settore in crisi.

Un’analisi controcorrente della situazione attuale

La realtà è meno politically correct: mentre Bruxelles si prepara a concedere accesso preferenziale al mercato europeo per diversi prodotti agricoli e ittici, il settore del vino, un’eccellenza italiana, resta escluso. Le associazioni dei produttori hanno già espresso la loro delusione, e non è difficile capire perché. La nostra industria vinicola, che rappresenta uno dei mercati extraeuropei più importanti, rischia di subire contraccolpi significativi.

Inoltre, il governo italiano ha promesso di estendere le esenzioni tariffarie, ma si tratta più di promesse che di fatti concreti. Le esenzioni per acciaio e alluminio rimangono in sospeso, e l’atteggiamento di Washington, che chiede un dazio del 25%, non lascia presagire nulla di buono. È chiaro che le reali dinamiche di potere tra le due sponde dell’Atlantico non sono cambiate.

Conclusioni che disturbano ma fanno riflettere

Quindi, cosa significa tutto questo per il futuro del commercio tra UE e USA? Siamo di fronte a un accordo che non ha risolto i problemi strutturali, ma piuttosto ha creato l’illusione di progresso. Mentre i leader si affannano a esaltare i risultati, la verità è che restano molte questioni aperte, e la possibilità di un ritiro da parte degli USA da questo accordo è sempre presente.

In un contesto globale in continua evoluzione, è fondamentale mantenere un pensiero critico. Non possiamo accontentarci di facili vittorie o di promesse che suonano bene in un comunicato stampa. La vera sfida è affrontare le ingiustizie e le disuguaglianze che affliggono il commercio internazionale e garantire che l’Europa non diventi la vittima sacrificale di un accordo commerciale che, al di là delle apparenze, potrebbe benissimo rivelarsi una trappola.