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Agricoltori britannici costretti a chiudere i pollai: l'emergenza influenza aviaria colpisce il settore

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Le recenti restrizioni imposte agli allevatori britannici sono state introdotte con l'obiettivo di contenere la diffusione dell'influenza aviaria.

Con l’aumento dei casi di influenza aviaria<\/strong> in Europa, il governo britannico ha adottato misure drastiche per proteggere la salute pubblica e il benessere degli animali. Gli agricoltori sono stati informati che il pollame dovrà rimanere al chiuso, in particolare nei casi di allevamenti con più di 50 esemplari.

Questa decisione, che entrerà in vigore a partire dalle 00:01 del 30 ottobre, interessa le regioni settentrionali, centrali e orientali dell’Inghilterra.

I territori coinvolti includono, tra gli altri, Cheshire<\/strong>, Cumbria<\/strong>, Derbyshire<\/strong> e Yorkshire Orientale<\/strong>.

Le nuove normative e le loro implicazioni<\/h2>

Le normative introdotte dal Department for Environment, Food & Rural Affairs<\/strong> (Defra) sono una risposta necessaria all’aumento dei focolai di influenza aviaria<\/em> riscontrati in diverse strutture avicole commerciali. Recentemente, sono stati segnalati casi significativi in un allevamento di 68.000 galline a Yorkshire e in un altro di 33.000 tacchini a Suffolk.

La dott.ssa Christine Middlemiss<\/strong>, veterinaria capo del Regno Unito, ha sottolineato l’importanza di queste misure, affermando che il rischio di diffusione dell’influenza aviaria è particolarmente elevato in questo periodo dell’anno. La decisione di introdurre l’ordine di confinamento è stata presa per tutelare sia il benessere degli animali che la stabilità economica degli allevatori.

Il parere degli allevatori<\/h3>

Molti produttori di uova free-range hanno espresso supporto per le nuove misure, riconoscendo la necessità di proteggere gli animali e i loro interessi economici. Gary Ford<\/strong>, responsabile della strategia della British Free Range Egg Producers Association (Bfrepa), ha affermato che sarebbe auspicabile estendere l’ordine di confinamento a tutto il territorio del Regno Unito per garantire un approccio uniforme.

Secondo Ford, una normativa omogenea non solo fornirebbe maggiore protezione agli uccelli allevati all’aperto, ma porterebbe anche chiarezza e equità per tutti gli agricoltori, indipendentemente dalla loro localizzazione.

La situazione attuale e le misure preventive<\/h2>

Negli ultimi giorni, il numero di uccelli selvatici<\/strong> trovati positivi all’influenza aviaria è aumentato drammaticamente. Dati recenti indicano che circa il 36% degli uccelli selvatici trovati morti ha dato esito positivo ai test per il virus, un notevole incremento rispetto al 7% registrato a settembre.

Le autorità sanitarie invitano gli allevatori a segnalare tempestivamente qualsiasi sospetto di influenza aviaria. È cruciale agire rapidamente, poiché i risarcimenti governativi si basano sul numero di animali vivi al momento della conferma della malattia.

Attuazione delle misure di bio-sicurezza<\/h3>

Oltre al confinamento, le nuove regole richiedono agli allevatori di mantenere cibo e lettiera all’interno, nonché di pulire e disinfettare attrezzature e veicoli utilizzati per il pollame. Anche se le normative non si applicano ai piccoli allevatori amatoriali, l’Avian Influenza Prevention Zone<\/strong> rimane attiva in tutto il Regno Unito, imponendo misure di bio-sicurezza più rigorose.

Il CEO del British Poultry Council, Richard Griffiths<\/strong>, ha accolto con favore le nuove normative, evidenziando la necessità di vigilanza costante per prevenire la diffusione di questa malattia devastante. Ha anche esortato il Defra a monitorare la situazione e a essere pronto a estendere le misure se il rischio aumentasse ulteriormente.