Un grave episodio ha scosso l’ospedale di Bolzano: due neonati prematuri sono morti a causa di un’infezione da Serratia marcescens, un batterio raro ma potenzialmente letale. La vicenda ha riacceso l’allarme sulle infezioni ospedaliere e sulle precauzioni necessarie in reparti delicati come le terapie intensive neonatali. Ma cos’è esattamente questo batterio, come si trasmette e quali rischi comporta per i neonati?
Bolzano, neonati prematuri morti per batterio killer
Due neonati prematuri sono deceduti all’ospedale di Bolzano dopo essere stati colpiti da un’infezione da Serratia marcescens. I piccoli, con un peso intorno ai 700 grammi, erano ricoverati nel reparto di terapia intensiva neonatale quando hanno sviluppato la grave infezione. Per prevenire ulteriori contagi, l’ospedale di Bolzano ha deciso di trasferire temporaneamente la terapia intensiva neonatale in una struttura separata e di rafforzare tutte le misure igieniche e di controllo delle infezioni. Secondo i responsabili sanitari, il caso rappresenta un importante campanello d’allarme sulla necessità di rispettare rigorosamente protocolli igienico-sanitari nei reparti ad alto rischio.
Bolzano, neonati prematuri morti per batterio killer: cos’è la Serratia marcescens
La Serratia marcescens è un batterio presente in acqua, suolo, piante, animali e anche nell’uomo. Generalmente innocuo per individui sani, può risultare letale per neonati prematuri o immunodepressi. Nei piccoli pazienti può causare un’ampia gamma di infezioni, tra cui polmoniti, sepsi, meningiti, infezioni del tratto urinario e del sito chirurgico, oltre a congiuntiviti.
“Oltre ai gravi problemi derivanti dalla loro estrema prematurità, a entrambi i bambini è stata diagnosticata un’infezione da Serratia marcescens, un germe diffuso nell’ambiente, presente nell’acqua, nel suolo, nelle piante, negli animali e negli esseri umani, tra le altre cose due neonati prematuri avevano circa tre settimane di vita e pesavano circa 700 grammi. Questo germe è generalmente innocuo per gli individui sani; tuttavia, per i neonati molto prematuri, l’infezione è potenzialmente letale”, è quanto affermato dal direttore sanitario dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, Josef Widmann nel corso di una conferenza stampa.
I principali fattori di rischio includono prematurità, basso peso alla nascita, degenza prolungata e ricorso a procedure invasive come ventilazione meccanica, cateteri endovenosi o nutrizione parenterale. Studi dimostrano che la probabilità di trasmissione tra neonati nello stesso reparto è particolarmente elevata.
Il trattamento delle infezioni da Serratia marcescens si basa principalmente sulla somministrazione di antibiotici, scelti in modo mirato in base alla localizzazione dell’infezione, alla capacità del farmaco di raggiungere i tessuti interessati e ai risultati dei test di sensibilità. La durata della terapia varia a seconda della gravità del quadro clinico. Per prevenire la diffusione del batterio, è fondamentale adottare misure di controllo rigorose, come l’igiene accurata di mani e strumenti medici, l’isolamento dei pazienti infetti, l’uso prudente degli antibiotici per ridurre il rischio di resistenze e la regolare pulizia e disinfezione degli ambienti. Queste strategie sono particolarmente importanti per proteggere i neonati più vulnerabili.