Il governo punta a trattenere al lavoro chi ha già maturato i requisiti per la pensione anticipata. Come? Con degli incentivi diretti, esentasse, e più conveniente rispetto al passato.
Bonus pensioni 2025: arrivano nuovi incentivi per chi resta al lavoro
Confermato e potenziato, il bonus pensioni 2025 rientra tra le misure approvate dal governo Meloni nel recente decreto fiscale.
È rivolto a lavoratori pubblici e privati che decidono di rinviare l’uscita, pur avendo già i requisiti per il pensionamento anticipato entro il 31 dicembre 2025. In sostanza, si riceve in busta paga una somma pari alla propria quota di contributi previdenziali (9,19% dello stipendio imponibile) normalmente destinata all’Inps.
Nel quadro delle nuove misure introdotte con la manovra economica, i bonus pensioni 2025 rappresentano una forma di incentivi pensata per valorizzare chi sceglie di posticipare l’uscita dal lavoro, offrendo un beneficio concreto e immediato in busta paga.
Una differenza sostanziale rispetto al passato: l’importo è totalmente esentasse. Niente Irpef, niente addizionali. Il netto aumenta. Si tratta di un incentivo economico immediato, non subordinato alla gestione previdenziale di appartenenza. E non è automatico: serve una richiesta all’Inps, che dovrà verificare il rispetto dei requisiti prima di autorizzare il pagamento.
I tempi? Per il settore privato, il bonus arriverà in busta paga da settembre; per i dipendenti pubblici da novembre. Il ritardo è legato alle “finestre mobili” che regolano l’accesso alla pensione.
Bonus pensioni 2025: incentivi senza tasse, ma con effetti futuri
L’incentivo riguarda chi accede alla pensione anticipata flessibile (62 anni e 41 di contributi), ma anche chi ha maturato i requisiti ordinari: 41 anni e 10 mesi per le donne, 42 e 10 mesi per gli uomini. È valido anche per alcune gestioni esclusive dell’AGO.
Attenzione, però: il bonus non incide sulle quote calcolate con il metodo retributivo, ma riduce il montante contributivo. Tradotto: la pensione futura potrebbe essere leggermente più bassa. Secondo le stime, nel 2025 saranno circa 7.000 i lavoratori che beneficeranno della misura.
Rispetto alla versione precedente, l’incentivo attuale risulta più vantaggioso proprio perché non tassato. Ma chi sceglie di aderire deve valutare con attenzione il compromesso tra un guadagno immediato e una possibile penalizzazione futura sull’assegno pensionistico. La convenienza c’è. Ma non per tutti.