Un’evasione ha scosso ieri il carcere di Palmi, a Reggio Calabria. Un boss pugliese, approfittando di un momento di distrazione, si è arrampicato sul muro per tentare la fuga. La corsa contro il tempo delle forze dell’ordine ha portato al suo arresto poco dopo, chiudendo la caccia all’uomo. L’episodio mette nuovamente sotto i riflettori la sicurezza nelle strutture penitenziarie e le modalità con cui i criminali più esperti cercano di eludere la legge.
Criticità del sistema carcerario e sicurezza sotto osservazione
Il carcere di Palmi ospita attualmente 170 detenuti a fronte di 141 posti regolamentari, gestiti da 110 agenti quando ne servirebbero almeno 151. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, denuncia come i 36.000 agenti operino in condizioni difficili, spesso fino a 26 ore consecutive, mentre le strutture risultano sovraffollate e con scarse possibilità operative.
Marino Massari, considerato soggetto pericoloso con precedenti per armi e droga e legami con la Sacra Corona Unita, stava scontando una condanna definitiva a 13 anni. La sua evasione mette in evidenza le vulnerabilità dei penitenziari italiani, già confermate da recenti episodi simili in altre strutture come Poggioreale a Napoli. I sindacati chiedono interventi immediati: deflazione della densità detentiva, rafforzamento degli organici della Polizia penitenziaria e riforme complessive per garantire sicurezza e controllo nelle carceri.
Evasione dal carcere di Palmi: Marino Massari catturato poche ore dopo
Marino Massari, 35 anni, esponente del clan mafioso pugliese “Strisciuglio”, è evaso ieri alle 14.30 dalla Casa Circondariale di Palmi, arrampicandosi su un muro di cinta alto quattro metri. La fuga si è conclusa poche ore dopo, quando la Polizia penitenziaria, insieme alla Polizia di Stato e ai Carabinieri, lo ha rintracciato nelle campagne in prossimità dell’autostrada e lo ha ricondotto in carcere. Si tratta del quinto caso di evasione in sei giorni, evidenziando nuovamente le criticità del sistema penitenziario italiano.
La dinamica della fuga mostra una certa preparazione: Massari ha effettuato una prima arrampicata nel cortile di passeggio e una seconda più ardua sul muro di cinta. L’atterraggio è stato in parte ammortizzato da materiali di risulta presenti nei pressi della struttura. L’allarme anti-scavalcamento non avrebbe funzionato, secondo quanto denunciato dai sindacati. Nonostante la fuga si sia conclusa senza incidenti, l’episodio sottolinea la carenza di personale e mezzi, con una sola guardia presente per tre aree di passeggio durante la giornata.