Roma, 8 mag. (Adnkronos/Labitalia) – "La tecnologia in questo caso se la vivi come un compagno di squadra ti può aiutare, per me anche solo per esempio il telefonino. Io ho una voce molto sexy che mi aiuta a gestire il telefonino e attraverso il telefonino poi gestisci tutto il resto. Poi in che modo? Anche attraverso la sensibilità di chi progetta le app e gli spazi virtuali chiaramente fa la differenza.
C'è ancora tantissimo da fare, ma se penso per esempio anche solo banalmente appunto al telefono, io prima per scrivere la lettera in una fidanzatina dovevo scriverla in braille, qualcuno trascriverla in nero, eccetera, eccetera. Adesso da un po' di tempo finalmente sono padrone del mio destino e quindi ha svoltato anche la mia carriera, diciamo, da quel punto di vista lì, ma più in generale ovviamente migliora le dinamiche relazionali e le dinamiche della quotidianità nel caso della cecità e non solo". Così, intervenendo alla StartUp Week, Daniele Cassioli, campione mondiale paralimpico di sci nautico e divulgatore, su come sport e tecnologia possono diventare strumenti potenti per superare i limiti.
Secondo Cassioli, "la tecnologia aiuta l'inclusione nel momento in cui viene progettata con sensibilità". "Quindi chi progetta le app, i device, deve rendersi conto che c'è questo aspetto. Quindi un sito internet dove certe parti non sono accessibili ha l'effetto contrario, oppure penso ai fornelli a induzione delle case di cui ormai quasi tutti noi, che sono touch, non hanno suoni, non hanno feedback. Quindi lì la tecnologia ti può escludere", sottolinea.
Al contempo, spiega, "adesso con le nuove intelligenze artificiali banalmente per avere accesso a dei contenuti, per leggere, avere delle informazioni specifiche in una pagina ci metteremo molto meno e anche questo ha un impatto, per chi non vede, sulla qualità della vita". "Lo sport è un po' lo stesso: la sensibilità delle società sportive, la cultura dei genitori che devono rendersi conto che per i bambini con disabilità fare sport è importante come per gli altri bambini e più in generale ci vuole un salto di consapevolezza che sicuramente il mondo paralimpico sta portando anche proprio nello sport di base", conclude.