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Da oltre un anno, la città di El-Fasher, capitale del Darfur del Nord, è sotto assedio delle Forze di Supporto Rapido (RSF). La situazione è critica: migliaia di famiglie sono intrappolate, con forniture in esaurimento e le strade principali bloccate. Secondo il Programma Alimentare Mondiale (WFP), il rischio di fame è imminente in questa regione martoriata dalla guerra civile.
E mentre il conflitto continua a imperversare, la malnutrizione, soprattutto tra i bambini, sta raggiungendo livelli allarmanti.
La situazione attuale a El-Fasher
Dal maggio 2022, El-Fasher è stata circondata dalle RSF, impegnate in un conflitto aperto con le forze armate sudanesi. Le strade sono state bloccate, intrappolando centinaia di migliaia di civili. Eric Perdison, direttore regionale del WFP per l’Africa orientale e meridionale, ha dichiarato: “Ogni giorno, le persone a El-Fasher devono lottare per la sopravvivenza. I loro meccanismi di coping sono stati completamente esauriti da oltre due anni di guerra. Senza accesso immediato e sostenuto, si perderanno vite.” Immagina di essere in una situazione simile: ogni giorno una lotta per avere cibo e acqua potabile, un incubo che molti cittadini di El-Fasher stanno vivendo.
Attualmente, El-Fasher rappresenta l’ultima grande città del Darfur ancora controllata dalle forze armate sudanesi. Recenti attacchi delle RSF hanno intensificato la crisi. Ad aprile, un attacco al campo di sfollati di Zamzam ha costretto centinaia di migliaia a fuggire, con molti che cercano rifugio nella capitale statale. I prezzi dei generi alimentari fondamentali, come il sorgo e il grano, sono aumentati fino al 460% rispetto ad altre aree del Sudan, aggravando ulteriormente la situazione. Mercati e cliniche sono stati attaccati, mentre le cucine comunitarie, che un tempo alleviavano la sofferenza dei sfollati, hanno chiuso per mancanza di forniture. Come possiamo rimanere indifferenti di fronte a tale sofferenza?
Le conseguenze della crisi umanitaria
Le famiglie disperate sono costrette a vivere con mangimi per animali e rifiuti alimentari, mentre la malnutrizione acuta tra i bambini è in costante aumento. Secondo le Nazioni Unite, quasi il 40% dei bambini sotto i cinque anni a El-Fasher è ora gravemente malnutrito. Il periodo delle piogge, che raggiunge il suo picco ad agosto, complica ulteriormente gli sforzi per raggiungere la città, poiché le strade subiscono un rapido deterioramento. È difficile da immaginare, ma per molti è la realtà quotidiana.
Inoltre, la carestia è stata dichiarata per la prima volta nel campo di Zamzam e si è successivamente diffusa in altri campi vicini. La guerra ha provocato decine di migliaia di morti e milioni di sfollati, generando quella che le Nazioni Unite definiscono la più grande crisi di sfollamento e fame al mondo. Attualmente, il paese è diviso in due: l’esercito controlla il nord, l’est e il centro, mentre le RSF dominano gran parte del Darfur e del sud. Come si può pensare a un futuro migliore in una situazione così critica?
Le sfide future e la risposta internazionale
Un nuovo governo autoproclamato, guidato dalle RSF, è stato annunciato il mese scorso, minacciando di approfondire le divisioni e aggravare la crisi umanitaria. Le agenzie delle Nazioni Unite affrontano uno dei peggiori tagli di finanziamenti degli ultimi decenni, con tagli significativi da parte degli Stati Uniti e di altri donatori. UNICEF ha avvertito che i tagli ai finanziamenti stanno portando un’intera generazione di bambini al limite di danni irreversibili, con accesso limitato a acqua potabile, cibo e assistenza sanitaria.
Sheldon Yett, rappresentante di UNICEF in Sudan, ha dichiarato: “Con i recenti tagli ai finanziamenti, molti dei nostri partner sono stati costretti a ridurre le loro attività. Stiamo raggiungendo il limite in tutto il Sudan, con bambini che muoiono di fame.” Solo il 23% del piano globale di risposta umanitaria per il Sudan è stato finanziato, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA). Come possiamo rimanere in silenzio di fronte a tale emergenza?
Con l’epidemia di colera che ha colpito il Darfur del Nord, il numero totale di morti è salito a 191. La crisi continua a richiedere un’attenzione urgente e un accesso umanitario immediato per alleviare le sofferenze di milioni di persone intrappolate in questo conflitto. È tempo di agire, prima che sia troppo tardi.