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Guselkumab efficace nella colite ulcerosa: evidenze cliniche e endoscopiche positive

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Colite ulcerosa: guselkumab efficace clinicamente ed endoscopicamente con somministrazione sottocutanea. Lo studio di fase 3 Astro.

La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino che può compromettere significativamente la qualità della vita nei pazienti con forme moderate o gravi. Recentemente, l’inibizione selettiva dell’interleuchina 23 (IL-23) è emersa come strategia promettente per controllare l’infiammazione cronica. In questo contesto, guselkumab si distingue per la possibilità di somministrazione sottocutanea, offrendo potenzialmente efficacia clinica e endoscopica combinata a maggiore praticità per i pazienti.

Colite ulcerosa, risultati positivi con l’uso di guselkumab

Nei pazienti adulti con colite ulcerosa da moderata a grave, l’utilizzo di guselkumab per via sottocutanea, sia nella fase di induzione che di mantenimento, ha mostrato un’efficacia clinicamente rilevante. Lo studio di fase 3 Astro, presentato da Johnson & Johnson alla UEG Week 2025, ha evidenziato come il farmaco possa indurre remissione clinica nel 36,7% dei pazienti e remissione endoscopica nel 25%.

Silvio Danese, ricercatore presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele e Università Vita-Salute San Raffaele, ha spiegato che la possibilità di somministrazione domiciliare, dopo un adeguato training, offre maggiore flessibilità ai pazienti senza ridurre l’efficacia del trattamento, permettendo benefici clinici ed endoscopici che si mantengono per un intero anno.

Guselkumab agisce come inibitore umano della subunità p19 di IL-23, bloccando la citochina e legandosi al recettore CD64 presente sulle cellule che la producono. L’IL-23, secreta da monociti/macrofagi attivati e cellule dendritiche, è nota per favorire malattie immuno-mediate come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn. La doppia modalità di azione osservata in studi in vitro non ha ancora un significato clinico definito, ma rappresenta un elemento distintivo del farmaco rispetto ad altri inibitori della stessa citochina.

Colite ulcerosa: risultati a lungo termine con l’uso di guselkumab, sicurezza e riconoscimenti

I dati a 48 settimane dello studio Astro confermano i miglioramenti ottenuti già a 12 settimane di terapia di induzione. I pazienti che hanno ricevuto guselkumab 400 mg sottocutaneo in induzione, seguito da un mantenimento di 100 mg ogni 8 settimane o 200 mg ogni 4 settimane, hanno evidenziato miglioramenti significativi in tutti i parametri clinici ed endoscopici rispetto al placebo.

In dettaglio, la remissione clinica è stata raggiunta dal 36,7% dei pazienti con 100 mg q8w e dal 42,9% con 200 mg q4w, contro il 7,2% del gruppo placebo; il miglioramento endoscopico dal 44,6% e 47,1% rispetto all’11,5%; la remissione endoscopica dal 25,9% e 26,4% contro il 5%; la remissione sintomatica dal 47,5% e 53,6% rispetto al 14,4%. Tali effetti si sono confermati anche in sottogruppi di pazienti naïve o refrattari a farmaci biologici e JAK inibitori.

Esi Lamousé-Smith, Vice President di Johnson & Johnson, ha evidenziato che i risultati confermano l’impegno dell’azienda nel fornire terapie efficaci, sottolineando come guselkumab sia l’unico inibitore dell’IL-23 con opzione di induzione sottocutanea per il morbo di Crohn, e che i dati dello studio Astro supportano l’estensione di questa modalità anche alla colite ulcerosa. Il farmaco è già approvato dalla FDA per la colite ulcerosa e dalla Commissione Europea per il Crohn, mentre l’induzione sottocutanea per la colite ulcerosa è in attesa di approvazione europea dopo il parere positivo del CHMP a settembre 2025.