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Crisi umanitaria a Gaza: dichiarato stato di carestia

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L'ONU ha dichiarato la carestia a Gaza, evidenziando una crisi umanitaria senza precedenti.

AGGIORNAMENTO ORE 15:00 – Oggi, l’ONU ha ufficialmente proclamato lo stato di carestia a Gaza. La notizia proviene dalla Classificazione Integrata della Sicurezza Alimentare (IPC), l’organismo delle Nazioni Unite che monitora i livelli di fame nel mondo. Questo grave annuncio colpisce circa 514.000 palestinesi, ovvero un quarto della popolazione di Gaza, attualmente in balia della malnutrizione.

In particolare, 280.000 persone nella regione settentrionale di Gaza City sono in condizioni disperate. È il primo riconoscimento ufficiale della carestia nell’enclave palestinese, evidenziando l’urgenza della situazione.

La crisi alimentare a Gaza

Ma cosa significa realmente essere in stato di carestia? Per classificare un’area in queste condizioni, è necessario che almeno il 20% della popolazione soffra di gravi carenze alimentari, con un bambino su tre colpito da malnutrizione acuta. La situazione è così drammatica che si stima che due persone su 10.000 muoiano ogni giorno a causa di fame, malnutrizione e malattie. L’IPC ha messo in luce un quadro allarmante: centinaia di migliaia di persone si trovano a fronteggiare condizioni di vita completamente inaccettabili. Ti sei mai chiesto come si possa arrivare a un punto simile? La risposta è complessa e affonda le radici in anni di conflitto e crisi umanitaria.

Un’inchiesta indipendente ha rivelato che la percentuale di vittime civili a Gaza supera di gran lunga quella dei militanti legati a gruppi come Hamas o la Jihad islamica. Secondo un’indagine condotta da The Guardian, +972 Magazine e Local Call, cinque palestinesi su sei uccisi dall’esercito israeliano sarebbero civili. Questo dato proviene da un database classificato dell’intelligence militare israeliana. A maggio, le autorità sanitarie di Gaza hanno registrato circa 53.000 vittime a causa degli attacchi israeliani, includendo sia combattenti che civili. È possibile che il numero reale di morti sia ancora più alto?

Il bilancio delle vittime e le dichiarazioni ufficiali

Le forze israeliane hanno affermato che 8.900 miliziani di Hamas e della Jihad islamica sono stati segnalati come morti o “probabilmente morti”. Ciò significa che solo il 17% delle vittime totali sono combattenti, mentre l’83% è composto da civili. Un rapporto così sbilanciato solleva interrogativi: come si può giustificare una simile disparità? Questo supera i dati di conflitti come quelli in Siria o in Sudan. L’esercito israeliano non ha smentito l’esistenza del database né la validità dei dati riguardo alle morti dei militanti palestinesi, ma ha contestato la correttezza delle cifre.

Un alto ufficiale israeliano ha dichiarato che il bilancio delle vittime fornito dal ministero della Salute di Gaza è attendibile, nonostante alcuni politici lo considerino propaganda. Tuttavia, il numero reale di morti potrebbe essere sottostimato, poiché il ministero elenca solo le persone i cui corpi sono stati recuperati. Ci sono anche testimonianze che suggeriscono che Israele potrebbe gonfiare il numero di militanti uccisi per mascherare il vero numero di vittime civili. Un generale in pensione ha descritto la situazione come un “grande bluff” rispetto ai dati ufficiali. Ti sembra che la verità stia venendo a galla o stiamo assistendo a una manipolazione dei fatti?

Reazioni internazionali e prospettive future

Nel frattempo, oggi diverse nazioni, tra cui Gran Bretagna, Canada e Australia, hanno confermato lo stato di carestia a Gaza, definendo la crisi umanitaria a livelli “inimmaginabili”. Tuttavia, queste dichiarazioni di condanna non si sono tradotte in azioni concrete per fermare le operazioni israeliane. Anzi, alcuni paesi continuano a inviare armi a Israele. L’IPC ha chiarito che la sua analisi riguarda solo i residenti nelle aree di Gaza, Deir al-Balah e Khan Younis, senza poter verificare la situazione nel governatorato di Gaza settentrionale a causa di restrizioni di accesso.

In passato, l’IPC aveva dichiarato stati di carestia in alcune regioni della Somalia, Sud Sudan e Sudan. Ma a Gaza, la situazione è ulteriormente complicata dal coinvolgimento diretto delle potenze occidentali, che contribuiscono al deterioramento delle condizioni di vita della popolazione civile. Chi si farà carico della responsabilità in tutto questo? La comunità internazionale sembra avere un ruolo cruciale da giocare.