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Recentemente, il sistema di FaceBoarding, implementato presso l’aeroporto di Milano Linate, ha subito una sospensione temporanea. Questa decisione, presa dal Garante per la protezione dei dati personali, solleva questioni importanti riguardo alla gestione della privacy e dei dati biometrici.
Il FaceBoarding, che permette ai passeggeri maggiorenni di completare le fasi di check-in e imbarco attraverso il riconoscimento facciale, senza necessità di esibire documenti, ha attirato l’attenzione per la sua potenzialità innovativa.
Tuttavia, la mancanza di un controllo adeguato sui dati raccolti ha portato a preoccupazioni significative.
Questioni di privacy e gestione dei dati
La sospensione del servizio resterà in vigore fino al termine dell’istruttoria avviata, la quale si propone di esaminare in che modo il FaceBoarding si allinei alle norme europee sulla protezione dei dati personali. L’Autorità ha messo in evidenza come i dati biometrici vengano archiviati in un database centralizzato, senza fornire agli utenti un controllo reale su di essi. Questo solleva interrogativi sul rispetto della privacy e sulla sicurezza dei dati sensibili.
La posizione di SEA
La SEA, la società che gestisce l’aeroporto, ha difeso la validità del sistema, esprimendo la speranza di poter riattivare il servizio una volta risolte le problematiche relative alla tutela dei dati. La questione si fa sempre più complessa, considerando che l’innovazione tecnologica deve sempre confrontarsi con le normative vigenti.
Restrizioni sui PFAS in Europa: un passo indietro?
Un altro tema caldo riguarda la recente revisione della proposta di restrizione sui PFAS, sostanze chimiche pericolose che si accumulano nell’ambiente e nel corpo umano, causando gravi problemi di salute. L’Agenzia europea delle sostanze chimiche ha escluso otto settori produttivi dal divieto, posticipando la loro regolamentazione senza fissare scadenze precise.
Questo cambiamento di rotta si presenta come un ritorno rispetto agli ambiziosi obiettivi stabiliti nel 2023, quando si era promesso di adottare misure rigorose sotto il regolamento REACH, mirate a proteggere la salute umana e l’ambiente dai rischi legati a queste sostanze chimiche. La giustificazione per questo ripensamento è stata la mancanza di alternative sicure nei settori esclusi dalla restrizione.
Settori a rischio e impatti ambientali
I settori rimossi dal divieto includono quelli legati alla stampa, alle sigillature utilizzate in edilizia, ai macchinari, agli esplosivi e ai tessili tecnici. Queste aree, secondo l’organizzazione ChemSec, non rappresentano semplici eccezioni, ma sono invece fonti significative di inquinamento. Le deroghe proposte potrebbero compromettere l’efficacia della normativa, ritardando ulteriormente l’adozione di misure di protezione.
Reazioni delle organizzazioni ambientaliste
In risposta a questo sviluppo, ChemSec ha dichiarato che l’aggiornamento dell’ECHA rappresenta un disastro, poiché frammenta la restrizione e la svuota di significato. Le richieste di un bando ambizioso, espresse da migliaia di cittadini e associazioni durante la consultazione pubblica, sono state largamente ignorate.
La credibilità dell’Unione europea nella lotta contro l’inquinamento chimico è a rischio, e le industrie che non hanno investito in alternative sostenibili potrebbero essere avvantaggiate da queste decisioni. Le prossime scadenze per la revisione delle normative sono fissate per il 2026, ma la situazione attuale lascia intravedere un futuro incerto per la lotta contro i PFAS.
In Italia, la situazione è già critica: casi di contaminazione del sangue da PFAS sono stati registrati in diverse regioni, sollevando preoccupazioni per la salute pubblica. La questione è grave e richiede un intervento deciso per proteggere i cittadini da sostanze chimiche dannose.
Il FaceBoarding, che permette ai passeggeri maggiorenni di completare le fasi di check-in e imbarco attraverso il riconoscimento facciale, senza necessità di esibire documenti, ha attirato l’attenzione per la sua potenzialità innovativa. Tuttavia, la mancanza di un controllo adeguato sui dati raccolti ha portato a preoccupazioni significative.0