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Famiglia nel bosco, l'avvocato Angelucci rimette il mandato: “Ingerenze esterne insostenibili”

la storia della famiglia del bosco in abruzzo un caso controverso 1764154277

L’avvocato rinuncia al mandato e lascia i coniugi senza difesa.

La vicenda della cosiddetta “famiglia del bosco” in provincia di Chieti — divenuta un caso nazionale per lo stile di vita scelto dai coniugi di origine straniera e per l’allontanamento dei loro tre figli, affidati a una casa famiglia — vive un nuovo, inatteso sviluppo. La coppia è infatti rimasta senza difesa legale dopo la decisione del loro avvocato, Giovanni Angelucci, di rinunciare al mandato.

Una scelta che aggiunge ulteriore complessità a una situazione già delicata, mettendo in evidenza tensioni interne e presunte pressioni esterne che avrebbero compromesso il rapporto fiduciario tra i coniugi e il loro legale.

La decisione “estrema” dell’avvocato Angelucci

In una nota ufficiale, l’avvocato Giovanni Angelucci ha annunciato la sua rinuncia al mandato definendola una “decisione estrema”, l’ultima che un professionista desidererebbe adottare.
Secondo il legale, la frattura nel rapporto con i suoi assistiti sarebbe stata causata da “troppe pressanti ingerenze esterne” subite dalla coppia negli ultimi giorni. Pressioni che avrebbero reso impossibile mantenere il clima di fiducia necessario per una difesa efficace.

Angelucci ha spiegato di aver agito per tutelare il proprio operato e la serenità del lavoro difensivo, in un contesto diventato via via più difficile per i coniugi Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, già provati dalla separazione dai loro figli.

Il rifiuto delle soluzioni di alloggio gratuite

Oltre alle ingerenze esterne, alla base della decisione del legale ci sarebbe anche il ripetuto rifiuto, da parte della coppia, di tutte le proposte concrete volte a regolarizzare la loro situazione abitativa.

Angelucci aveva organizzato un sopralluogo in una casa messa a disposizione gratuitamente da un imprenditore del settore della ristorazione di Ortona, originario di Palmoli. Una soluzione vicina al loro insediamento nel bosco e pensata per favorire un percorso di riunificazione familiare.
A questa si aggiungeva anche l’offerta del sindaco Masciulli, già respinta in precedenza.

Secondo il legale, però, “nessuna delle due ipotesi pare andasse bene” ai Trevallion-Birmingham. Il sopralluogo non ha mai avuto luogo e la chiusura della coppia a opportunità abitative gratuite e immediate è stata interpretata come un ostacolo insuperabile alla prosecuzione della difesa.

Lo stop ai lavori di ristrutturazione della “casa del bosco”

Un ulteriore elemento di rottura riguarda il progetto di ristrutturazione straordinaria della casa nel bosco. L’avvocato Angelucci aveva lavorato affinché fosse predisposto un intervento per rendere l’immobile idoneo agli standard necessari per un eventuale ritorno dei figli.

Per procedere, era necessaria la firma di Nathan Trevallion da depositare al Genio Civile. Inaspettatamente, Trevallion ha rifiutato, giudicando i lavori “troppo invasivi e impattanti”.

La situazione si è aggravata quando, il giorno prima della rinuncia del legale, un geometra e un rappresentante della ditta Ssap San Salvo Appalti Spa — che si era offerta di eseguire i lavori gratuitamente — si sono recati presso l’abitazione per un sopralluogo. Anche questa proposta è stata respinta.

La rottura definitiva e le conseguenze per la coppia

Il rifiuto sistematico di soluzioni abitative, lavori gratuiti e percorsi di regolarizzazione ha portato l’avvocato Angelucci a concludere di non poter più garantire una difesa basata sulla collaborazione.
Una mancanza di cooperazione che, a suo giudizio, rende impossibile qualsiasi strategia mirata al recupero dei figli.

La sua rinuncia rappresenta dunque un nuovo, significativo colpo di scena nella vicenda della “famiglia del bosco”, lasciando i coniugi senza difesa legale in un momento cruciale e aprendo scenari ancora più incerti sul futuro della famiglia.