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Femminicidio Yirelis Santana, la decisione della Corte: il dolore della mamma in aula

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La sentenza di Cassino scuote la famiglia di Yirelis Santana, lasciando ferite aperte e dubbi sulla giustizia per le vittime di femminicidio.

È un grido che non si spegne, quello delle madri, delle sorelle, delle famiglie che chiedono giustizia. Il femminicidio di Yirelis Peña Santana, giovane donna strappata alla vita con ferocia, è solo l’ennesimo nome in un elenco che si allunga ogni giorno. La sentenza emessa dalla Corte di Assise di Cassino rappresenta un punto fermo nel processo, ma non placa il dolore di chi resta.

Femminicidio a Cassino: uccisa a coltellate Yirelis Santana

Il femminicidio di Yirelis Peña Santana ha scosso profondamente la comunità di Cassino e quella dominicana in Italia. Il 27 maggio 2023, la 34enne originaria della Repubblica Dominicana è stata trovata senza vita nel suo appartamento di via Pascoli, vittima di violenze fisiche e coltellate.

A incastrare l’assassino, Sandro Di Carlo, 26 anni, operaio di una nota famiglia di costruttori, sono state le tracce di sangue rinvenute sulle sue scarpe e un’impronta digitale trovata sulla scena del crimine. L’uomo è stato arrestato a distanza di poche ore dal delitto, mentre cercava di far perdere le sue tracce.

Femminicidio Yirelis Santana, la decisione della Corte

È arrivata pochi minuti fa la sentenza di primo grado per l’omicidio di Yirelis Peña Santana, la 34enne di origini dominicane uccisa a coltellate nel maggio 2023 in un appartamento di via Pascoli. La Corte d’Assise di Cassino ha condannato Sandro Di Carlo, 26 anni, a 14 anni di reclusione.

Il collegio, presieduto dal giudice Claudio Marcopido, ha riconosciuto all’imputato una parziale incapacità di intendere e di volere al momento del delitto, accogliendo in parte la tesi della difesa, rappresentata dagli avvocati Sandro Salera e Alfredo Germani. Gli avvocati avevano chiesto il riconoscimento della semi-infermità mentale, sostenuti da consulenze psichiatriche e neurologiche. Diverse le richieste della Procura: il pubblico ministero Alfredo Mattei aveva avanzato una proposta di condanna ben più pesante, chiedendo 24 anni di carcere.

Femminicidio Yirelis Santana, la decisione della Corte: la rabbia della mamma in aula

Delusione e sconcerto tra i familiari di Yirelis Peña Santana, rappresentati dall’avvocato Marco Rossini, che hanno considerato insufficiente la condanna comminata rispetto alla gravità dei fatti.

“Ha ucciso un essere umano. Questa non è la giustizia che lui merita. Non ritengo che venga condannato a soli 14 anni. Mia figlia non c’è più e i suoi figli hanno bisogno di me. Non è giusto“, ha dichiarato la mamma della vittima in aula.

Il legale, intervistato da Il Messaggero Frosinone, ha spiegato che si riserva di valutare insieme alla Procura i prossimi passi, sottolineando come le aspettative fossero orientate verso un esito ben diverso.

Sull’entità della pena per noi c’è da discutere. Non siamo d’accordo perché è stata riconosciuta una capacità scemata di intendere e di volere, che a nostro avviso non c’è. Le perizie sono state concordanti e chiare tra loro. Attenderemo le motivazioni per capire qual è stato il ragionamento della Corte”.