La vicenda giudiziaria di Filippo Turetta, 23enne di Torreglia, continua a suscitare grande attenzione. Dopo la sentenza di primo grado che lo ha condannato all’ergastolo per il femminicidio di Giulia Cecchettin, sia la Procura che la difesa hanno deciso di presentare appello. Ecco i motivi.
Procura di Venezia fa appello: richieste le aggravanti
La Procura di Venezia ha presentato appello per far riconoscere le aggravanti di crudeltà e stalking, escluse in primo grado. Il pm evidenzia come le 75 coltellate inflitte in circa 20 minuti abbiano prolungato l’agonia della vittima e sottolinea le migliaia di messaggi molesti inviati da Turetta, oltre alle frequenti apparizioni nei luoghi frequentati dalla giovane, che ne hanno alterato la vita quotidiana. Anche i ricatti emotivi rivolti alla ex fidanzata risultano rilevanti.
Il pubblico ministero Andrea Petroni chiederà alla Corte di rivedere la sentenza.
Filippo Turetta, la decisione dell’avvocato per ottenere le attenuanti
Mentre l’accusa mira a consolidare la propria posizione, la difesa si impegna a contestare il verdetto, basandosi su nuovi elementi e richiedendo il riconoscimento di circostanze attenuanti.
Secondo quanto riportato da Il Gazzettino, la difesa di Turetta avrebbe presentato istanza di appello contro la sentenza emessa dalla Corte d’assise di Venezia lo scorso dicembre. Nell’atto di appello, l’avvocato Giovanni Caruso chiede l’esclusione dell’aggravante della premeditazione e la concessione delle attenuanti generiche, motivandole con la collaborazione offerta agli inquirenti e il comportamento processuale positivo dell’imputato. Per Caruso, sebbene Turetta avesse un piano su cui lavorava da giorni, non aveva ancora preso la decisione definitiva di uccidere Giulia, pertanto non si può configurare il delitto come premeditato.