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Gigante (Chiesi):"Su Ai aspettative alte dei pazienti, aziende devono cambiare mentalità"

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Roma, 27 nov. (Adnkronos Salute) - "Le aspettative dei pazienti nei confronti delle possibilità dell'Aisono molto alte, ad iniziare dalla riduzione dei tempi di accesso, di sviluppo. Pensare che si possano accelerare i clinical trial non è del tutto impossibile, ma dobbiamo a...

Roma, 27 nov. (Adnkronos Salute) – "Le aspettative dei pazienti nei confronti delle possibilità dell'Aisono molto alte, ad iniziare dalla riduzione dei tempi di accesso, di sviluppo. Pensare che si possano accelerare i clinical trial non è del tutto impossibile, ma dobbiamo avere le prove. Sappiamo che la Fda comincia a prendere in considerazione i dati sintetici per accettare nuovi dati della fase 3, però dobbiamo dimostrare sempre con il metodo scientifico che è lo strumento che ci guida.

Sicuramente possiamo dire che c'è molta consapevolezza sull'Ai, ma dobbiamo creare awareness sulle tempistiche e modalità. Da un lato si deve essere veloci: non parlo più ormai di Ia generativa che è un must have nella vita quotidiana, parlo di intelligenza artificiale personalizzata in base ai bisogni e sviluppata ad hoc. Ma ogni volta che si pensa di realizzarle sono già vecchie. Da parte delle aziende serve pensare a modalità nuove. C'è chi suggerisce di pensare quotidianamente come start-up, quindi serve un cambio di mentalità". Così Giovanni Gigante, direttore medico di Chiesi Italia, tra i relatori del convegno di Adnkronos dedicato all'intelligenza artificiale.

Come è cambiato il lavoro delle aziende? "Sul lavoro interno l'Ai interagisce tanto, faccio l'esempio di un meeting interno che è reso molto più snello – risponde Gigante – E poi ora in 5-10 minuti con una query ben scritta hai una analisi della letteratura scientifica che prima aveva bisogno di tempo".

Da qui a 10 anni cosa accadrà con l'Ai? "Ogni mese e anno c'è una velocità di impennata e crescita dell'Ia – osserva Gigante – Sicuramente posso dire che il titolo dell'evento di oggi, 'Intelligenza umana supporto artificiale', è il vero punto della situazione. I dati relativi all'incidenza sul lavoro e sulle assunzioni ci dicono che i ruoli based vengono sostituti dall'Ai, ma i ruoli manageriali e dirigenziali sono mantenuti dall'intelligenza umana. Da qui a 10 anni credo che ci sarà sempre la guida dell'uomo, ma soprattutto è forte il tema dei dati: si vedono i primi fallimenti dell'Ia dovuti alla questione dei dati che le popolano".