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Guerra Israele-Hamas, il piano di Netanyahu per l’occupazione totale di Gaza

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Israele verso l’occupazione totale di Gaza: attesi massicci sfollamenti, crescono le tensioni interne e gli appelli per gli ostaggi.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato un piano che prevede l’occupazione totale della Striscia di Gaza, delineando una nuova fase nel conflitto in corso tra Israele e Hamas. I primi dettagli emersi durante il gabinetto di sicurezza.

Alti ufficiali e famiglie degli ostaggi contro l’occupazione totale di Gaza

Nonostante il sostegno politico che il piano di conquista sembra destinato a ottenere, non mancano le voci critiche all’interno delle istituzioni israeliane.

L’ex capo dell’intelligence militare Amos Yadlin ha avvertito che un’occupazione su larga scala comporterebbe rischi elevati, sia per la gestione di una popolazione civile numerosa e impoverita, che per il destino degli ostaggi ancora trattenuti da Hamas.

Anche il capo di Stato maggiore Eyal Zamir avrebbe espresso riserve, sottolineando i pericoli di un impegno prolungato in un contesto segnato da insurrezioni e gravi responsabilità umanitarie. Nel frattempo, cresce anche la pressione pubblica. Famiglie degli ostaggi e gruppi di attivisti hanno organizzato manifestazioni davanti alla sede del governo a Gerusalemme e al quartier generale del Likud a Tel Aviv, chiedendo un accordo immediato per il rilascio dei prigionieri e la fine delle ostilità.

In un gesto simbolico, una nave è partita dal porto di Ashkelon per avvicinarsi alle acque di Gaza, attirando l’attenzione sull’urgenza di una soluzione umanitaria per le decine di israeliani ancora detenuti.

Guerra Israele-Hamas, il piano di Netanyahu per l’occupazione totale di Gaza

Il governo israeliano si appresta a discutere e approvare un piano che prevede una progressiva espansione del controllo militare nella Striscia di Gaza. Secondo fonti israeliane citate dai media locali, l’operazione dovrebbe durare tra i quattro e i cinque mesi e coinvolgere diverse divisioni dell’IDF, con l’obiettivo iniziale di conquistare Gaza City e le aree centrali del territorio. Questo approccio comporterebbe lo sfollamento forzato di circa un milione di palestinesi verso la zona umanitaria di Al-Mawasi, nel sud dell’enclave.

“L’Idf continua a operare con grande intensità in tutte le aree da cui vengono lanciati razzi verso Israele o si svolge attività terroristica. Chi non ha ancora lasciato la zona deve evacuare immediatamente verso Al-Mawasi per la propria sicurezza”, ha scritto il colonello Avichay Adraee.

Il piano prevederebbe anche la creazione di strutture temporanee per i civili evacuati, tra cui ospedali da campo, tende e unità abitative prefabbricate, mentre verrà ampliata la rete dei centri di distribuzione degli aiuti umanitari.

Israele valuterebbe inoltre la possibilità di rendere permanente il controllo del cosiddetto “perimetro” di sicurezza adiacente al confine, attualmente sotto il controllo militare sin dalle prime fasi del conflitto.