A distanza di settimane dall’ultima tornata di negoziati, Russia e Ucraina tornano a sedersi allo stesso tavolo a Istanbul. Il nuovo round di colloqui diretti, organizzato con la mediazione della Turchia, riaccende le speranze – seppur caute – di una possibile apertura diplomatica in una guerra che, dall’invasione russa del 2022, continua a provocare devastazione e instabilità su scala globale.
Cosa potrebbe emergere da questo nuovo tentativo di dialogo?
Guerra Russia-Ucraina, nuovi colloqui diretti a Istanbul: cosa aspettarsi
Russia e Ucraina pronte per un nuovo round di colloqui di pace, previsto per oggi a Istanbul, la stessa sede dei precedenti incontri di maggio e giugno che si erano conclusi senza risultati concreti.
L’iniziativa è stata fortemente promossa dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha confermato la partecipazione della delegazione di Kiev guidata da Rustem Umerov, attuale segretario del Consiglio per la Sicurezza e la Difesa nazionale. La squadra includerà anche rappresentanti dell’intelligence, del ministero degli Esteri e dell’ufficio della presidenza. Secondo quanto comunicato, tra i temi all’ordine del giorno vi saranno nuovi scambi di prigionieri e il possibile rimpatrio dei minori ucraini trasferiti in Russia.
“L’Ucraina è pronta a lavorare nel modo più produttivo possibile per garantire la liberazione della nostra gente dalla prigionia e il ritorno dei bambini rapiti, per fermare le uccisioni e preparare un incontro dei leader volto a porre fine a questa guerra. La nostra posizione è assolutamente trasparente. L’Ucraina non ha mai voluto questa guerra ed è la Russia che deve porre fine al conflitto che ha iniziato“.
Fonti ufficiali ucraine hanno inoltre riferito che gli accordi raggiunti durante la precedente sessione negoziale stanno dando frutti, in particolare per quanto riguarda la liberazione di detenuti e il recupero dei corpi dei caduti.
Guerra Russia-Ucraina: Mosca frena sulle trattative, Kiev rafforza la produzione bellica
Dal fronte russo, il Cremlino ha mantenuto una linea prudente, ribadendo attraverso il portavoce Dmitry Peskov che non ci si devono attendere svolte repentine o intese risolutive. Secondo Mosca, il fatto stesso di riuscire a mantenere aperto un canale di scambio su questioni umanitarie rappresenta già un successo.
“Non abbiamo motivo per aspettarci svolte magiche, risultati difficilmente possibili nella situazione attuale. Siamo onesti, la questione è così complicata che è già un successo raggiungere accordi sullo scambio di prigionieri o sulla restituzione delle salme”.
Intanto, la guerra continua a colpire duramente il territorio ucraino: un attacco nella regione di Kherson ha causato la morte di un civile e il ferimento di una donna anziana, secondo quanto riferito dalla Procura locale. Sul piano militare, Kiev ha confermato la perdita del primo jet francese Mirage 2000, precipitato martedì durante una missione.
Parallelamente, il presidente Zelensky ha annunciato nuovi accordi industriali con la Danimarca e altri partner europei per la produzione congiunta di armamenti, una strategia volta a rafforzare l’autosufficienza bellica ucraina e garantire continuità produttiva lontano dalle zone colpite dai bombardamenti.