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Il caso di Chiara Poggi: un delitto irrisolto
Il delitto di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, continua a suscitare interrogativi e polemiche. Le telecamere del programma “Quarto Grado” sono tornate a far visita alla villetta dove la giovane fu uccisa, portando alla luce le nuove dichiarazioni dei genitori, Rita e Giuseppe Poggi. I due, dopo anni di silenzio e attesa, si dicono certi della colpevolezza dell’allora fidanzato Alberto Stasi, mentre esprimono dubbi sull’innocenza di Andrea Sempio, recentemente indagato per l’omicidio.
Le dichiarazioni dei genitori
Durante l’intervista, i Poggi hanno sollevato interrogativi inquietanti riguardo al comportamento di Sempio. “Se Sempio sa che mia figlia è a casa da sola col fidanzato, perché telefona cinque giorni prima e si presenta solo il 13?” si chiede Giuseppe, evidenziando la stranezza di questa situazione. Inoltre, la madre Rita ha commentato le tracce di DNA rinvenute sotto le unghie di Chiara, affermando che “di cromosomi Y compatibili a Garlasco possono essercene anche cinquecento”, insinuando che le prove potrebbero non essere così definitive come sembrano.
Il legame tra Chiara e Sempio
I Poggi hanno anche chiarito il rapporto tra Chiara e Andrea Sempio, sottolineando che i due si conoscevano solo di vista. “Non ho mai sentito dire a mio figlio che il suo amico si era fermato a parlare con lei”, ha dichiarato Giuseppe, cercando di dissipare le voci che suggeriscono un legame più profondo. La questione della spazzatura, prelevata dai carabinieri dopo tanti anni, ha sollevato ulteriori dubbi: “Dopo 17 anni non capisco cosa possano trovare nel sacco dell’immondizia”.
Le polemiche sul risarcimento
Un altro tema scottante emerso dall’intervista riguarda il risarcimento che la famiglia Poggi ha ricevuto dalla famiglia Stasi. I genitori di Chiara hanno risposto a chi sostiene che la loro reticenza sui nuovi accertamenti sia influenzata da questo aspetto economico. “Avevamo chiesto molto meno, ma se lui versa due quinti dello stipendio ci vorranno almeno 40 anni, non vedrò neanche la fine”, ha affermato Giuseppe, evidenziando la complessità della situazione e la loro continua ricerca di giustizia.