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Il voto per corrispondenza secondo Trump: verità o menzogna?

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Trump sostiene che il voto per corrispondenza sia corrotto, ma i dati mostrano un panorama diverso. Cosa c'è di vero nella sua retorica?

Negli ultimi giorni, Donald Trump ha alzato il tono delle sue critiche sul voto per corrispondenza, sostenendo che il sistema abbia subito brogli durante le elezioni del 2020. Queste affermazioni, diffuse sui social media e in interviste, hanno scatenato un acceso dibattito, soprattutto per quanto riguarda la veridicità delle sue parole e la presunta unicità del sistema americano.

Ma quanto c’è di vero in tutto questo?

Le affermazioni di Trump sul voto per corrispondenza

Trump ha asserito che gli Stati Uniti siano “l’unico paese al mondo” a utilizzare il voto per corrispondenza. Questa dichiarazione ha immediatamente sollevato numerose critiche. Infatti, durante un intervento su Truth Social, ha lamentato che questo sistema ha dato vita a una “massiccia frode”, citando addirittura il presidente russo Vladimir Putin, il quale avrebbe descritto le elezioni presidenziali statunitensi del 2020 come “rigged”. Tuttavia, la realtà è ben diversa: il voto per corrispondenza è una pratica consolidata negli Stati Uniti, risalente addirittura alla guerra civile del 1861-1865. Come può un sistema così radicato essere considerato una novità?

Dopo tali affermazioni, Trump ha cercato di smorzare il suo linguaggio durante un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, dichiarando: “Potrei sbagliarmi, ma siamo praticamente l’unico paese al mondo che utilizza il voto per corrispondenza”. Questo tentativo di attenuazione ha sollevato ulteriori dubbi sulla fondatezza delle sue dichiarazioni. Da dove trae queste convinzioni?

Il contesto internazionale del voto per corrispondenza

Contrariamente a quanto sostenuto da Trump, un rapporto di un’organizzazione svedese dedicata alla democrazia ha identificato ben 34 paesi o territori che consentono il voto per corrispondenza. Di questi, 12 permettono a tutti gli elettori di votare per posta, mentre 22 lo limitano ad alcune categorie. In Europa, questo sistema è ampiamente adottato: basti pensare a paesi come la Francia e la Germania, che offrono questa opzione ai propri cittadini. Non è curioso come un fenomeno così comune venga ignorato?

In Canada, il voto per corrispondenza è una pratica consolidata, accessibile a tutti. Cary Wu, professore associato presso la York University, ha sottolineato che “il voto per corrispondenza è da lungo tempo un componente vitale del processo democratico in Canada”. Anche in Australia, questo sistema è stato implementato oltre un secolo fa, dimostrando che il voto per corrispondenza non è affatto un’esclusiva degli Stati Uniti. Perché allora questo mito persiste?

Critiche alla retorica di Trump e realtà legale

Le affermazioni di Trump sulla presunta corruzione del voto per corrispondenza sono state contestate da esperti e funzionari elettorali. Rick Hasen, professore di diritto elettorale presso l’Università della California, ha definito le dichiarazioni di Trump “sbagliate e pericolose”, evidenziando che la Costituzione degli Stati Uniti non conferisce al presidente alcun controllo sulle elezioni federali. Secondo l’Articolo 1, Sezione 4, la regolamentazione delle elezioni è un potere riservato agli Stati. Non è interessante notare come la legge possa contraddire le affermazioni di un ex presidente?

Nonostante le sue critiche, Trump stesso ha fatto uso del voto per corrispondenza in passato e ha invitato i suoi sostenitori a fare lo stesso per le elezioni del 2024. Questa apparente contraddizione ha sollevato interrogativi sulla coerenza delle sue posizioni. Inoltre, le sue affermazioni riguardo a presunti brogli in stati come California e New York non sono supportate da prove concrete. La maggior parte degli Stati richiede un documento di identità per votare, benché le regole varino. Come si spiega questa disparità di informazioni?

In conclusione, mentre Trump continua a promuovere una narrativa di frode legata al voto per corrispondenza, i dati e le evidenze suggeriscono un quadro molto diverso. La realtà è che il voto per corrispondenza è utilizzato in tutto il mondo e non è un fenomeno esclusivamente americano, contrariamente a quanto affermato dal presidente. Non è tempo di vedere le cose da una prospettiva più ampia?