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La situazione in Afghanistan è drammatica, con numerosi rifugiati che tornano a casa affrontando nuove calamità. Recentemente, un terremoto ha colpito duramente la provincia di Kunar, distruggendo case e speranze per migliaia di persone.
Il rientro dei rifugiati
Nawab Din, un contadino di 55 anni, ha recentemente fatto ritorno nel suo villaggio di Wadir, dopo otto anni trascorsi in Pakistan.
Tuttavia, la gioia del rientro è stata offuscata dalla devastazione causata dal terremoto che ha colpito la regione. Attualmente vive in una tenda, poiché la sua casa è stata ridotta in macerie dai massi che si sono staccati dalle montagne.
Una vita in difficoltà
La testimonianza di Nawab evidenzia le difficoltà che migliaia di afghani stanno affrontando. Circa 4 milioni di persone sono tornate dall’Iran e dal Pakistan negli ultimi mesi, come riportato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. La situazione è aggravata da una crisi economica profonda e dalla mancanza di ripari adeguati.
“Abbiamo perso tutto ciò per cui abbiamo lavorato in Pakistan, e ora anche qui abbiamo perso tutto”, afferma Din, evidenziando la gravità della sua situazione. Prima di tornare, viveva a Daska, dove era fuggito a causa delle minacce dei combattenti dell’ISIL.
Le conseguenze del terremoto
Il terremoto del 31 agosto ha causato circa 2.200 vittime e distrutto oltre 5.000 abitazioni. Questo evento ha reso la vita ancora più difficile per chi già si trovava in una situazione precaria. Sadat Khan, un uomo di 58 anni, ha visto la sua casa in affitto ridursi in macerie e ora non ha idea di come reperire cibo per la sua famiglia.
Malnutrizione e problemi di salute
Secondo la dottoressa Farida Safi, nutrizionista presso un ospedale da campo, la malnutrizione è diventata una problematica crescente tra le persone colpite dal terremoto. “Molti dei pazienti che vediamo presentano carenze nutrizionali a causa di una dieta inadeguata e della mancanza di accesso a cibo nutriente”, spiega. Questo problema è particolarmente allarmante per i bambini, che sono vulnerabili a malattie dovute alla malnutrizione.
La situazione in Kunar è complessa e molti residenti, come Nawab Din, si trovano in una condizione di incertezza. L’assenza di risorse idriche e le terre aride rendono l’agricoltura quasi impossibile. “La nostra vita dipende dalla pioggia, e non ne abbiamo avuta molta ultimamente”, racconta Din, mettendo in luce le sfide agronomiche che affrontano.
Prospettive future
Il governo di Kunar ha annunciato l’inizio della costruzione di una nuova cittadina per accogliere coloro che non hanno più una casa. Tuttavia, l’efficacia di questo progetto resta da vedere. Il governatore Mawlawi Qudratullah ha dichiarato che si stanno creando 382 lotti residenziali, ma non è chiaro quando saranno completati o se i rifugiati riceveranno terreni agricoli.
Mentre questa iniziativa si sta sviluppando, le famiglie come quella di Nawab Din rimangono in attesa di aiuto concreto. “Non so se il governo ci aiuterà a ricostruire o se saremo costretti a vivere in un campo”, confida Din, esprimendo la sua preoccupazione per il futuro e per le scosse di assestamento che continuano a colpire la regione.