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Un patrimonio gastronomico in pericolo
Le orecchiette di Bari Vecchia, simbolo della tradizione culinaria pugliese, tornano a far parlare di sé, ma non per motivi festosi. Le massaie, custodi di un’arte antica, si trovano ora a fronteggiare controlli severi e multe che mettono a rischio la loro attività. Le sanzioni, che possono arrivare fino a 5mila euro per la vendita non autorizzata di prodotti industriali, hanno scatenato un’ondata di proteste tra le donne che da generazioni portano avanti questa tradizione.
“Ieri era un mortorio”, racconta Nunzia, una delle massaie che ha deciso di chiudere il proprio basso in segno di dissenso.
Le regole e le eccezioni
Solo una delle massaie risulta attualmente in regola con le autorizzazioni necessarie per vendere le proprie orecchiette. L’assessore comunale Pietro Petruzzelli ha sottolineato l’importanza di rispettare le normative: “Non si può vendere ciò che non si produce”. Tuttavia, le restrizioni sembrano colpire in modo sproporzionato le donne che, con passione e dedizione, continuano a lavorare per mantenere viva una tradizione che affonda le radici nella cultura locale. I turisti, attratti dai sapori autentici e dai gesti antichi, si stringono attorno a queste donne, chiedendo che la tradizione venga difesa e preservata.
Un appello alla comunità
La situazione attuale ha sollevato interrogativi sulla sostenibilità delle tradizioni gastronomiche in un contesto urbano sempre più regolamentato. Le massaie non sono solo venditrici di orecchiette; sono parte integrante della storia e dell’identità di Bari Vecchia. “Difendete questa tradizione”, è l’appello che si leva da chi ama e rispetta la cultura gastronomica pugliese. La sfida è quella di trovare un equilibrio tra le normative moderne e la salvaguardia di un patrimonio che rappresenta non solo un’eccellenza culinaria, ma anche un legame profondo con le radici e la comunità locale.