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Licenziamento illegittimo per malattia: la sentenza della Cassazione

Sentenza della Cassazione sul licenziamento illegittimo

La Corte Suprema stabilisce che il canto può favorire la guarigione del lavoratore.

Il caso del dipendente della Cotral

Un dipendente della Cotral, la Compagnia trasporti laziali, si è trovato al centro di una controversia legale dopo essere stato licenziato mentre era in malattia. La ragione del licenziamento? La sua partecipazione a serate di canto in un piano bar. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha recentemente confermato una sentenza della Corte d’appello di Roma, stabilendo che il canto potrebbe addirittura giovare alla guarigione del lavoratore. Questo caso solleva interrogativi importanti sulla gestione delle malattie e delle attività ricreative durante il periodo di malattia.

La sentenza della Cassazione

La Cassazione ha dichiarato illegittimo il provvedimento di licenziamento, ordinando il reintegro del dipendente e il pagamento di un’indennità risarcitoria di 2.127 euro. La Corte ha sottolineato che spetta all’azienda dimostrare l’incompatibilità tra l’attività svolta dal lavoratore e la sua condizione di salute. In altre parole, non basta stigmatizzare il comportamento del dipendente; è necessario provare che il canto e le serate al piano bar possano compromettere la sua ripresa fisica.

Attività ricreative e malattia

Secondo i giudici, il dipendente ha il diritto di svolgere attività ricreative, purché rispetti le fasce orarie di reperibilità previste dalla legge per consentire eventuali controlli fiscali. Questo aspetto è cruciale, poiché evidenzia come le attività ricreative non debbano essere automaticamente considerate incompatibili con la malattia. La Cassazione ha anche fatto un esempio, suggerendo che un lavoratore in malattia per lombalgia potrebbe praticare sport come il tennis solo se ciò non influisce negativamente sulla sua condizione di salute.

Implicazioni per i datori di lavoro

Questa sentenza ha importanti implicazioni per i datori di lavoro e per la gestione delle assenze per malattia. Le aziende devono essere consapevoli che non possono semplicemente licenziare un dipendente per attività svolte al di fuori del lavoro senza fornire prove concrete di incompatibilità. La decisione della Cassazione rappresenta un passo avanti nella tutela dei diritti dei lavoratori, sottolineando l’importanza di un approccio equilibrato e giusto nella gestione delle malattie e delle attività ricreative.