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Londra: arresti massicci durante le proteste per Palestina Action

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Quasi 900 persone sono state arrestate durante le manifestazioni di sostegno a Palestina Action, sollevando polemiche sulla violenza della polizia.

Quasi 900 persone sono state arrestate a Londra nelle ultime ore durante una manifestazione di sostegno al gruppo Palestina Action, bandito dalle autorità britanniche. La Metropolitan Police ha comunicato che 890 arresti sono avvenuti sabato, con 857 di questi imputati per il sostegno a un gruppo proscritto. La situazione ha sollevato interrogativi sulla gestione delle manifestazioni pacifiche e sulla legalità delle azioni della polizia.

Dettagli degli arresti e le reazioni

Secondo quanto riportato dalla Metropolitan Police, gli arresti comprendono anche 33 persone accusate di aver aggredito gli agenti e di altri reati contro l’ordine pubblico. La campagna “Defend Our Juries”, che ha organizzato la protesta, ha contestato le affermazioni della polizia, definendo gli arrestati come manifestanti pacifici, tra cui vicari, sacerdoti, veterani di guerra e discendenti di sopravvissuti all’Olocausto.

In un comunicato, il gruppo ha dichiarato: “Tra i 857 arrestati c’erano vicari e sacerdoti, veterani di guerra e discendenti di sopravvissuti all’Olocausto, insegnanti in pensione e operatori sanitari”. Hanno accusato la polizia di diffondere “falsità” per giustificare le loro azioni contro i dimostranti, che esponevano cartelli con messaggi contro il genocidio.

“Mentre la Met non ha fornito prove a sostegno delle loro affermazioni, i video mostrano chiaramente gli agenti che arrestano violentemente i manifestanti”, hanno aggiunto. È emerso che la polizia ha utilizzato i manganelli durante gli scontri, mentre gli agenti si facevano strada tra la folla portando con sé i manifestanti arrestati.

Le affermazioni della polizia e la risposta pubblica

Il vice commissario della polizia, Claire Smart, ha dichiarato che gli agenti hanno dovuto affrontare atti di violenza coordinati. “Si può esprimere il proprio sostegno a una causa senza commettere un reato secondo il Terrorism Act”, ha affermato, sottolineando che migliaia di persone lo fanno ogni settimana a Londra senza incidenti.

Le proteste si sono estese anche a Belfast ed Edimburgo, dove due uomini sono stati arrestati con l’accusa di reati di terrorismo. Un terzo uomo è stato accusato di crimini d’odio. Queste manifestazioni fanno parte di una serie di eventi contro la decisione del governo britannico di classificare Palestina Action come gruppo terroristico.

Il gruppo, noto per le sue azioni contro le fabbriche di armi e altri siti collegati alle esportazioni di armi verso Israele, è stato messo al bando dopo aver rivendicato un attacco in cui ha spruzzato vernice rossa su velivoli militari. Attualmente, sostenere o essere membri di Palestina Action è un reato punibile con fino a 14 anni di carcere.

Contesto e sviluppi futuri

Le recenti manifestazioni si verificano mentre Israele intensifica le sue operazioni a Gaza, descritte da esperti e gruppi per i diritti umani come genocidio. Nel frattempo, il Ministero dell’Interno britannico sta facendo appello contro una sentenza del tribunale che consente a Huda Ammori, cofondatrice di Palestina Action, di intraprendere un’azione legale contro il divieto.

Ammori sostiene che la decisione dell’ex ministro dell’Interno Yvette Cooper di vietare il gruppo criminalizza ingiustamente il dissenso politico. Con le tensioni in aumento e le manifestazioni che continuano, gli sviluppi futuri potrebbero influenzare in modo significativo il panorama politico e sociale del Regno Unito.