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Manifestazioni pro-Palestina in Malaysia contro la visita di Trump

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Le proteste a Kuala Lumpur contro Trump sottolineano il forte dissenso verso le politiche statunitensi in Medio Oriente.

La presenza del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a Kuala Lumpur per il summit ASEAN ha suscitato un’ondata di proteste da parte di gruppi pro-Palestina. In diverse località della capitale malese, centinaia di manifestanti si sono riuniti per esprimere il proprio dissenso contro il sostegno di Trump a Israele, in un momento in cui la situazione a Gaza rimane critica.

Le manifestazioni pro-Palestina

Le manifestazioni si sono svolte in vari momenti della giornata, con i partecipanti che hanno affollato piazze emblematiche come Independence Square e Ampang Park. I manifestanti, indossando keffiyeh e intonando slogan come “Libera, libera Palestina”, hanno messo in evidenza la loro opposizione alla guerra in corso. La protesta ha visto la partecipazione di diverse fasce della società malese, unendo studenti, attivisti e membri di partiti politici.

Il messaggio dei manifestanti

Asma Hanim Mahoud, una delle partecipanti, ha viaggiato per 300 km dalla sua città per esprimere la propria indignazione verso le politiche di Trump. Ha dichiarato: “Coloro che hanno un minimo di coscienza sanno che Trump è un facilitatore di genocidi. Senza il suo sostegno, Israele non potrebbe perpetrare tali atrocità in Gaza.” La sua testimonianza riflette un sentimento condiviso da molti, che considerano la guerra un crimine contro l’umanità.

La risposta delle autorità e il contesto politico

Le forze dell’ordine malese hanno monitorato le manifestazioni, spostando alcune proteste da posizioni strategiche vicine al centro del summit. Secondo le previsioni, si attendeva una partecipazione massiccia, ma la presenza finale è stata inferiore alle aspettative. Choo Chon Kai, un leader del Partito Socialista della Malaysia, ha criticato questa decisione, sottolineando la necessità di far sentire la propria voce contro l’imperialismo statunitense e a favore della causa palestinese.

Solidarietà internazionale e mobilitazione locale

Un’altra manifestante, Mursihidah, ha espresso la propria frustrazione per la persistenza della guerra: “Dopo più di due anni di conflitti, è inaccettabile dover ancora protestare. Dobbiamo essere la loro voce, perché loro non ne hanno una.” Le sue parole richiamano l’attenzione sulla necessità di un’azione continua per supportare i diritti dei palestinesi.

Il ruolo della Sekretariat Bantah Trump

In concomitanza con le manifestazioni, la Sekretariat Bantah Trump ha promosso un’assemblea popolare per condannare l’imperialismo statunitense. Questo gruppo, formato da movimenti di base e organizzazioni della società civile, ha invitato i cittadini a partecipare a un Tribunale del Popolo per mettere in discussione le politiche di Trump e il suo ruolo nel conflitto israeliano-palestinese. L’incontro si terrà il 26 ottobre e mira a unire le voci contro le ingiustizie globali.

Richieste e dichiarazioni

Nel loro manifesto, i gruppi coinvolti hanno delineato chiaramente le proprie richieste al governo statunitense e a quello malese, evidenziando la necessità di un cambiamento radicale nelle politiche che perpetuano la guerra e l’oppressione. La manifestazione rappresenta un’opportunità per sottolineare l’importanza della solidarietà internazionale e della lotta per la giustizia.

La visita di Trump ha acceso una fiamma di protesta in Malaysia, rivelando non solo la frustrazione verso le politiche americane ma anche un forte desiderio di cambiamento e giustizia per il popolo palestinese. Le manifestazioni e le assemblee organizzate testimoniano un impegno collettivo per una causa di grande rilevanza globale.