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Medicina, scoperto perché asma e allergie alimentari cambiano, nascono da microbiota

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Roma, 3 ott. (Adnkronos Salute) - Si può essere allergici fin da bambini, ma anche diventarlo in età adulta, a 50 o 60 anni. Fino ad oggi, non era chiaro il meccanismo che influenza la variabilità nel tempo delle allergie, che, a volte, possono risolversi spontaneamente nella pr...

Roma, 3 ott. (Adnkronos Salute) – Si può essere allergici fin da bambini, ma anche diventarlo in età adulta, a 50 o 60 anni. Fino ad oggi, non era chiaro il meccanismo che influenza la variabilità nel tempo delle allergie, che, a volte, possono risolversi spontaneamente nella prima infanzia, mentre altre, comparire all’improvviso nel corso della vita.

Le più innovative e recenti evidenze mostrano che l’origine delle allergie è solo parzialmente determinata dal patrimonio genetico, ma il fattore che lo innesca è il microbiota intestinale che si forma già dal concepimento, per maturare nei primi due anni di vita. Questo, infatti, influenza la programmazione del sistema immunitario in senso protettivo, se si stabilisce un rapporto simbiotico con l’individuo, o in senso negativo, se il microbiota non è in sintonia con l’ospite, determinando un’aumentata suscettibilità alle malattie allergiche in qualsiasi momento della vita.

"Fino a pochi anni fa eravamo convinti che il nostro destino da allergici dipendesse esclusivamente dalla genetica. Ma non è solo colpa del nostro bagaglio genetico, se nasciamo predisposti o meno, a sviluppare allergie come ad esempio, asma, allergie alimentari, dermatite atopica, che colpiscono non solo fin da bambini, ma che possono comparire per la prima volta da adulti, o addirittura da anziani – spiega Vincenzo Patella, presidente della Società italiana di Allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic) e direttore Uoc Medicina interna dell’Azienda Sanitaria di Salerno – L’elemento chiave che entra in gioco è il microbiota intestinale, un ecosistema di miliardi di microrganismi che detta il nostro destino clinico decidendo se e quando, cambia l’espressione dei geni che predispongono a malattie come quelle allergiche".

"Il microbiota è come un pianista che suona il nostro spartito genetico: se è in equilibrio con il suo ospite, la melodia è armoniosa e il corpo funziona bene, ma se è disturbato da fattori esterni non previsti dalla nostra evoluzione, come il ricorso sempre più diffuso al parto cesareo, l’esposizione eccessiva ad antibiotici, un’alimentazione inappropriata, inquinamento, o stress, la melodia diventa suono stridente, aumentando il rischio di sviluppare allergie – afferma Alessio Fasano, scienziato di fama mondiale tra i primi a decifrare il ruolo del microbiota, che sta rivoluzionando la comprensione delle malattie allergiche, pediatra e gastroenterologo del Massachusetts General Hospital di Boston, professore di Pediatria alla Harvard Medical School e professore di Nutrizione alla Harvard T.H. Chan School of Public Health -. In quest’ottica, i primi 1000 giorni di vita dettano la suscettibilità a essere resilienti a possibili cambiamenti del microbioma che possono scatenare allergie durante tutto l’arco della nostra vita. Più, in questo periodo, il microbiota è in sintonia con l’ospite, meno alto è il rischio futuro di sviluppare asma e allergie alimentari e iniziare quella 'marcia allergica' che da predisposizione genetica passa a malattia conclamata".

A rivelarlo due recenti studi pubblicati su 'Annals of Allergy, Asthma & Immunology e Gut Microbes' che hanno analizzato la letteratura scientifica prendendo in considerazione ricerche ed evidenze sul ruolo del microbiota in gravidanza e nell’infanzia e su come le prime fasi della vita siano fondamentali per 'educare' le cellule immunitarie a distinguere tra sostanze innocue e potenziali pericoli. In particolare, lo studio su Gut Microbes, coordinato da Fasano, mostra come alcune specie batteriche svolgano un ruolo cruciale nello sviluppo della tolleranza immunitaria nei primi 1000 giorni di vita".

"Nello specifico, la ridotta presenza di Bifidobacterium e di determinati ceppi di Clostridia è stata associata a un rischio maggiore di allergie alimentari e malattie atopiche. Questi microrganismi – prosegue Fasano – producono acidi grassi a catena corta, fondamentali per rafforzare la barriera intestinale e promuovere la maturazione delle cellule T regolatorie (Treg), che prevengono le reazioni immunitarie inappropriate agli alimenti. Al contrario, nei bambini con allergie si osserva spesso un microbioma caratterizzato da scarsa diversità e da una maggiore abbondanza di Enterobacteriaceae, condizione che favorisce infiammazione e perdita di tolleranza".

Ed è proprio il microbiota il tema chiave a cui è dedicata la lettura di Fasano che apre oggi il Congresso nazionale della Società italiana di Allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic), in collaborazione con la World allergy organization (Wao), in corso a Milano. I massimi esperti mondiali si confronteranno su allergie respiratorie, alimentari, cutanee, da farmaci e da veleno di imenotteri, con attenzione a forme gravi come anafilassi e asma grave. Al centro del dibattito anche inquinamento e cambiamenti climatici, fattori di rischio sempre più emergenti per le malattie allergiche e immunologiche, e le strategie per contrastare "l’epidemia" di allergie dilagante a livello globale. Un trend che non solo rappresenta una sfida clinica crescente, ma comporta anche un impatto economico e sociale significativo, richiedendo strumenti di prevenzione e di intervento mirati, già nelle prime fasi della vita.

"Negli ultimi decenni le allergie hanno assunto le caratteristiche di una vera e propria epidemia globale. L’incidenza di malattie come rinite, asma, dermatite atopica e allergie alimentari è in costante aumento, in ogni fascia di età, soprattutto nei Paesi industrializzati – osserva Patella -. Oggi si stima che oltre un terzo della popolazione mondiale soffra di una forma allergica, con una crescita marcata soprattutto tra i bambini. Nel nostro Paese, l’asma colpisce il 10% degli under 18, le allergie alimentari interessano tra il 6-8% dei più piccoli e il 10% soffre di allergie cutanee . Per quanto riguarda gli adulti, il 5% della popolazione soffre di asma, il 3% di allergie alimentari, il 10% di allergie cutanee e il 15-20% di rinite allergica. A questi vanno aggiunti tutti pazienti che soffrono di reazioni allergiche ai farmaci che rappresentano circa il 10% di tutte le reazioni avverse ai farmaci segnalate in Italia, mentre le reazioni al veleno di imenotteri, api, vespe, calabroni, si attestano attorno al 3%. Circa il 30% della popolazione può soffrire di più malattie allergiche". Questa "condizione aumenta significativamente la gravità dei sintomi, rendendoli più persistenti e difficili da gestire. Di conseguenza, le terapie diventano più complesse, spesso richiedendo trattamenti combinati e prolungati nel tempo, con un impatto rilevante sulla qualità della vita e sulla sostenibilità del sistema sanitario" sottolinea Patella.

Le persone anziane, secondo gli esperti, sono esposte a un rischio maggiore di sviluppare allergie che, non solo possono peggiorare, ma anche comparire per la prima volta in tarda età. "Con l’avanzare degli anni, infatti, il sistema immunitario va incontro a modificazioni come l’immunosenescenza che può accentuare una risposta sbilanciata verso gli allergeni. Pertanto, se si parte già 'svantaggiati', con una disbiosi del microbiota dei primi anni di vita, l’invecchiamento non farà altro che aumentare il rischio di sviluppare fenomeni allergici anche in età avanzata – osserva il presidente Siaaic -. La flora batterica negli anziani tende a diventare meno diversificata, con riduzione di specie benefiche, come appunto il Bifidobacterium, e aumento di batteri proinfiammatori. Il risultato è una diminuzione della capacità del microbiota di favorire la tolleranza immunologica e maggiore predisposizione alle allergie".

L’aumento costante delle malattie allergiche rappresenta quindi oggi una sfida di salute pubblica globale. Comprendere a fondo i meccanismi con cui il microbiota influisce sulla risposta immunitaria è quindi prioritario. "L’obiettivo è identificare strategie innovative, basate su dieta, probiotici, prebiotici o interventi mirati nei primi mesi di vita o addirittura, prima ancora della nascita, che possano favorire l’equilibrio microbico e rafforzare la tolleranza immunologica – conclude Patella -. In questo modo sarà possibile arginare l’epidemia di allergie e migliorare la qualità della vita di milioni di persone, aprendo la strada a nuove prospettive di prevenzione e cura".