Con la morte di Giorgio Forattini, avvenuta a Milano all’età di 94 anni, l’Italia perde uno dei più grandi maestri della satira politica del Novecento. Le sue vignette, capaci di raccontare decenni di storia nazionale con ironia pungente e tratto inconfondibile, hanno segnato generazioni di lettori e trasformato la satira in un potente strumento di osservazione della politica.
Giorgio Forattini, la satira che provoca e lascia il segno: tra caricature iconiche e libertà senza compromessi
Forattini non si limitava a divertire: le sue vignette provocavano dibattiti, talvolta querele, ma sempre miravano a cogliere l’essenza dei personaggi e degli eventi. Celebri sono le sue caricature di politici trasformati in simboli macchiettistici – Walter Veltroni come un bruco, Rocco Buttiglione in versione gorilla, Romano Prodi come un curato di campagna, Umberto Bossi nelle vesti di Pluto o Alberto da Giussano – e le vignette di grande impatto emotivo, come quella della Sicilia in lacrime dopo la strage di Giovanni Falcone o la sedia a rotelle sulla spiaggia dedicata a Leon Klinghoffer.
Non sono mancate controversie, tra cui la querela di Massimo D’Alema per la celebre vignetta sul dossier Mitrokhin, che sancì il distacco da La Repubblica e il ritorno a La Stampa. Pur lavorando spesso per testate di orientamento diverso, Forattini si definiva liberal e indipendente, lontano da appartenenze politiche, guidato solo dalla volontà di osservare e ironizzare senza censure.
Le sue opere sono state raccolte in oltre cinquanta volumi, con più di tre milioni di copie vendute, e gli hanno valso riconoscimenti prestigiosi come l’Ambrogino d’oro, il Premiolino e numerosi premi di satira e giornalismo.
Lutto scuote l’Italia: è morto Giorgio Forattini, il vignettista maestro della satira politica
Giorgio Forattini, scomparso a Milano all’età di 94 anni, è stato uno dei massimi interpreti della satira politica del Novecento italiano. Nato a Roma nel 1931, ha raccontato la storia del Paese attraverso la sua matita, rendendo quotidiane le sue vignette per milioni di lettori. Le sue opere, ironiche e taglienti, hanno immortalato leader politici come Giulio Andreotti, Bettino Craxi, Giovanni Spadolini e Massimo D’Alema, trasformandoli in figure iconiche della politica nazionale.
La prima vignetta celebre, realizzata nel 1974 in occasione della vittoria dei “no” al referendum sul divorzio, mostrava Amintore Fanfani come un tappo di champagne che saltava via dalla bottiglia: un’immagine simbolo del suo approccio immediato e pungente.
Con oltre quattordicimila disegni, Forattini ha attraversato decenni di eventi cruciali, dalle stragi di mafia al terrorismo politico, da Tangentopoli fino alle trasformazioni della Seconda Repubblica, sempre guidato dal principio della libertà e del divertimento. La sua carriera, iniziata a quaranta anni come grafico e illustratore, lo ha visto collaborare con testate storiche come Paese Sera, Panorama, La Repubblica, La Stampa, L’Espresso, Il Giornale e QN, lasciando un’impronta indelebile nel giornalismo italiano.
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