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Dopo giorni di violenze che hanno scosso il Nepal, Sushila Karki ha fatto la sua prima dichiarazione pubblica come nuovo premier ad interim, esortando la nazione a unirsi per ricostruire e affrontare la corruzione. Le proteste, scoppiate a causa della crescente insoddisfazione per la corruzione e la povertà, hanno causato la morte di almeno 72 persone e ferito centinaia di manifestanti.
Un appello all’unità e alla giustizia
Nel suo intervento, Karki ha sottolineato l’importanza di ascoltare le nuove generazioni, in particolare la Gen Z, che ha guidato le manifestazioni contro la corruzione. “Dobbiamo lavorare secondo il pensiero della generazione Gen Z,” ha affermato la 73enne ex presidente della Corte Suprema, evidenziando che le richieste principali del movimento includono la fine della corruzione, una governance trasparente e l’uguaglianza economica.
Karki ha anche rivelato di non aver mai desiderato assumere il ruolo di premier, descrivendo come il suo nome sia emerso “dalla strada” durante le trattative tra i leader delle proteste e le autorità. La sua nomina è stata annunciata dal presidente Ramchandra Paudel, il quale ha dichiarato che il parlamento è stato sciolto e che le elezioni si svolgeranno il 5 marzo.
Le conseguenze delle proteste e l’impegno della nuova leadership
Con un minuto di silenzio dedicato alle vittime delle manifestazioni, Karki ha promesso un risarcimento di circa 1 milione di rupie (circa 11.330 dollari) per le famiglie delle persone uccise dalla polizia. Le violenze, le peggiori nel paese da decenni, sono state innescate da un divieto temporaneo sui social media, che ha alimentato l’ira della popolazione contro la corruzione dilagante e la miseria.
Durante i disordini, la polizia ha aperto il fuoco sui manifestanti a Kathmandu, portando a incendi dolosi contro edifici governativi e abitazioni di politici di alto profilo. Questa situazione ha portato alle dimissioni del precedente premier KP Sharma Oli.
Il futuro del Nepal e la lotta contro l’impunità
Sudan Gurung, fondatore dell’ONG Hami Nepal, ha giocato un ruolo chiave nelle manifestazioni e ha promesso di garantire che il potere ritorni al popolo e di portare i politici corrotti di fronte alla giustizia. Le forze internazionali per i diritti umani hanno chiesto un cambiamento significativo, avvertendo che il Nepal è a un bivio cruciale per il rispetto dei diritti umani. Isabelle Lassee di Amnesty International ha affermato che il paese potrebbe andare avanti o tornare indietro rispetto ai progressi ottenuti.
Il ministero della Salute e della Popolazione nepalese ha confermato che il bilancio delle vittime è salito a 72, mentre le operazioni di recupero dei corpi continuano. “Stiamo scoprendo i corpi di molte persone uccise in centri commerciali e case attaccate,” ha dichiarato il portavoce del ministero, Prakash Budathoki. Le autorità stanno iniziando a restituire i corpi alle famiglie in lutto, mentre la comunità continua a chiedere risposte e giustizia per le violenze subite.