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Il presidente russo Vladimir Putin ha recentemente firmato una legge che complica ulteriormente la vita di chi è designato come agente straniero. Questa nuova normativa rappresenta una mossa significativa per aumentare il controllo governativo e limitare le voci dissenzienti nel paese.
Le modifiche apportate consentono ora alle autorità di avviare procedimenti penali con una sola violazione amministrativa delle normative per gli agenti stranieri.
In precedenza, era necessaria una seconda violazione entro un anno per procedere a tali accuse. Questo cambiamento riflette un approccio più aggressivo da parte del governo russo nei confronti di chiunque riceva sostegno dall’estero.
Nuove sanzioni e implicazioni legali
Secondo la nuova legge, gli individui e le organizzazioni etichettati come agenti stranieri possono ora affrontare pene detentive fino a due anni per inadempienze relative agli obblighi di rendicontazione o per altre violazioni delle leggi che governano le loro attività. La legge è stata proposta dai legislatori a luglio, giustificando le modifiche con la necessità di combattere una presunta non conformità alle regole esistenti.
La definizione di agente straniero
Con l’invasione su larga scala dell’Ucraina, il concetto di agente straniero è stato ampliato. Oggi, include chiunque riceva anche solo un supporto non finanziario dall’estero o chi aiuti nella raccolta di informazioni riguardanti l’attività militare. Le organizzazioni designate possono essere escluse da finanziamenti statali e da attività di divulgazione pubblica o educativa.
Impatto sulle libertà civili e sulla stampa
Negli ultimi dieci anni, quasi 1.000 persone, media e organizzazioni hanno ricevuto l’etichetta di agente straniero. Questo include testate come The Moscow Times, costrette a presentare rapporti finanziari dettagliati al Ministero della Giustizia e a includere avvertenze evidenti nelle loro pubblicazioni e post sui social media. La designazione porta con sé una stigmatizzazione che rievoca i tempi dell’Unione Sovietica, mirando a silenziare giornalisti indipendenti, attivisti e ONG.
Le conseguenze economiche
Quest’anno, il Ministero delle Finanze ha proposto l’imposizione di una tassa fissa del 30% sul reddito per gli agenti stranieri, negando loro l’accesso alla maggior parte delle detrazioni e dei benefici fiscali. Queste misure economiche sono parte di uno sforzo più ampio per limitare le risorse a disposizione di chi è considerato un avversario del regime.
Una reazione dalla stampa indipendente
In seguito a queste decisioni, The Moscow Times ha denunciato la designazione come organizzazione indesiderata, che ha reso il loro lavoro illegale e ha esposto il personale a potenziali procedimenti penali. Queste azioni sono percepite come tentativi diretti di sopprimere il giornalismo critico e indipendente in Russia. Le autorità affermano che il lavoro di The Moscow Times discredita le decisioni della leadership russa, mentre la testata si impegna a fornire notizie accurate e imparziali.
Nonostante le crescenti pressioni, i giornalisti di The Moscow Times si rifiutano di cedere al silenzio. Tuttavia, per continuare la loro missione, richiedono il supporto dei lettori. Ogni piccolo contributo è prezioso nel mantenere viva la voce del giornalismo libero in un contesto di repressione.