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In un momento significativo per le relazioni tra Australia e Papua Nuova Guinea (PNG), i primi ministri dei due paesi hanno siglato un accordo di difesa reciproca a Canberra. Questa iniziativa rappresenta un passo importante per rafforzare la cooperazione militare, con il testo dell’accordo che sarà pubblicato a breve.
Il primo ministro di PNG, James Marape, ha commentato che il trattato è stato concepito tenendo conto delle peculiarità geografiche e storiche che uniscono le due nazioni.
Ha descritto l’accordo come un modo per costruire una recinzione più grande che protegge due case, ognuna con il proprio spazio.
Il contesto della cooperazione militare
Marape ha precisato che la creazione di questo trattato non è stata influenzata da fattori geopolitici, in particolare dalle crescenti tensioni tra potenze come Cina e Stati Uniti nel Pacifico. Ha chiarito che l’obiettivo principale è il rafforzamento dei legami tra i due paesi, piuttosto che un allineamento strategico con blocchi di potere esterni.
“Questo trattato non è stato concepito a causa della geopolitica o di altre pressioni esterne,” ha affermato Marape, aggiungendo che PNG cerca di mantenere rapporti amichevoli con tutte le nazioni e promuovere la pace nelle sue interazioni internazionali.
Interoperabilità delle forze di difesa
Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha sottolineato che il trattato stabilisce chiaramente l’interoperabilità tra le forze di difesa dei due paesi, evidenziando l’importanza della collaborazione tra i rispettivi assetti militari. Ha affermato che la vera risorsa di entrambe le nazioni è rappresentata dai loro cittadini.
Grazie a questo accordo, si prevede che circa 10.000 Papua Nuova Guineani possano unirsi alle forze armate australiane, mentre PNG lavora per rafforzare il proprio esercito, con l’obiettivo di raggiungere un organico di 7.000 soldati.
Le implicazioni storiche e future
La firma del trattato Pukpuk arriva a pochi mesi dal cinquantesimo anniversario dell’indipendenza di Papua Nuova Guinea dall’Australia, un evento che sottolinea un lungo percorso di evoluzione delle relazioni bilaterali. Nel 1902, l’Australia assunse il controllo di PNG come potenza coloniale, un’eredità storica che ha influenzato il modo in cui i due paesi interagiscono ancora oggi.
Nel contesto di queste nuove dinamiche, è interessante notare che, in passato, l’Australia aveva già siglato un memorandum d’intesa con PNG nel 2013, che portò alla creazione di un centro di detenzione offshore a Manus Island. Sebbene questo centro sia stato chiuso nel 2017, la questione dei migranti e dei rifugiati continua a essere un tema delicato nelle relazioni tra i due paesi.
Altri accordi nella regione del Pacifico
Oltre al trattato con PNG, l’Australia sta cercando di espandere la sua rete di accordi di sicurezza nella regione del Pacifico. Attualmente, è in fase di discussione un accordo simile con Fiji, mentre un’intesa con Vanuatu riguardante sicurezza e cambiamento climatico ha subito un rallentamento.
Recentemente, l’Australia ha anche firmato un accordo pionieristico con Tuvalu, il primo del suo genere a garantire visti per le persone che affrontano lo sfollamento a causa della crisi climatica. La questione del cambiamento climatico è diventata una preoccupazione centrale per molti paesi della regione, mentre l’Australia si candida per ospitare la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico del 2026, in collaborazione con i suoi vicini del Pacifico.