L’Australia sta vivendo un forte picco di casi di influenza, con ospedali e strutture sanitarie che segnalano un aumento significativo dei ricoveri. L’andamento della malattia nel Paese ha acceso un campanello d’allarme anche in Italia: esperti e autorità sanitarie monitorano con attenzione la situazione, temendo che il contagio possa estendersi sul territorio.
Picco influenzale in Australia: ospedali sotto pressione
L’inverno australiano ha portato con sé un aumento record dei casi di influenza stagionale, mettendo a dura prova il sistema sanitario del Paese. I dati mostrano un incremento del 70% delle infezioni rispetto all’anno precedente, con oltre 18mila segnalazioni fino a luglio e un aumento dei ricoveri del 50% in appena due settimane.
La pressione sugli ospedali è stata tale da rendere scarsi i posti letto disponibili: a Adelaide, ad esempio, 280 pazienti hanno dovuto attendere per accedere alle strutture federali dedicate agli anziani, e sono stati attivati servizi alternativi come l’assistenza in hotel per alleggerire il sovraffollamento.
Secondo le autorità locali, tra cui il ministro della Salute Meridionale Chris Picton, l’influenza ha raggiunto livelli mai registrati nell’ultimo decennio, provocando forti difficoltà non solo per i pazienti ma anche per il personale sanitario. Gli esperti hanno sottolineato come la combinazione di diversi virus stagionali, tra cui il ceppo B, abbia reso la stagione particolarmente impegnativa.
Possibili ripercussioni in Italia: importanza della vaccinazione
L’andamento della stagione influenzale in Australia è considerato un indicatore per l’Italia, dove si prevede un incremento dei casi nei prossimi mesi autunnali e invernali. Gli infettivologi prevedono che anche nel nostro Paese circoleranno contemporaneamente più virus influenzali, tra cui il ceppo B Victoria, poco diffuso negli ultimi anni e quindi potenzialmente in grado di colpire una larga parte della popolazione.
Gli esperti, come Fabrizio Pregliasco dell’Università di Milano e Matteo Bassetti del Policlinico San Martino di Genova, sottolineano l’importanza della vaccinazione, in particolare per soggetti fragili, per ridurre non tanto la diffusione del virus quanto gli effetti più gravi dell’infezione.
Si stima che tra ottobre e i mesi successivi la stagione influenzale possa colpire tra il 15 e il 25% della popolazione, con un impatto significativo sul sistema sanitario se la copertura vaccinale non dovesse aumentare. L’allerta riguarda anche le scuole, considerate ambienti privilegiati per la trasmissione del virus, e il periodo sembra indicare la necessità di combinare la vaccinazione antinfluenzale con eventuali richiami contro il Covid-19.