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Ravenna, madre si getta dalla finestra con la figlia: il post prima della tragedia

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Un post condiviso su Facebook potrebbe far luce sulle cause che a Ravenna hanno spinto una donna a lanciarsi dal balcone insieme alla figlia di sei anni

La donna si è gettata dalla finestra con la figlia di sei anni e il cagnolino, intorno alle 7:15 di questa mattina.

Ravenna, donna si getta dalla finestra con la figlia

Sul posto sono subito intervenuti i sanitari del 118 e la polizia. La donna, di 41 anni, è stata prontamente ricoverata d’urgenza all’ospedale Bufalini di Cesena. La bambina e il cane, invece, sono morti sul colpo. In casa era presente anche il marito, che però non si è accorto di nulla finché non ha sentito le sirene delle volanti. Le dinamiche dell’incidente sono ancora da chiarire, così come le cause che hanno portato una madre a tentare di togliersi la vita insieme alla propria figlia.

Il post su Facebook

Dalle prime ricostruzioni è emerso che la 41enne è uscita dall’appartamento, sito al nono piano del condominio in via Dradi, arrampicandosi sulle impalcature montate all’esterno. Prima avrebbe lasciato cadere la figlia e l’animale domestico, poi si sarebbe gettata nel vuoto. Al vaglio degli inquirenti anche un post condiviso su Facebook, in cui la donna sembra fornire una vaga spiegazione per il proprio gesto. “È colpa di mio padre, mi perseguita” ha scritto, descrivendo l’uomo come “aggressivo” anche con la nipote. “Niente ordinanza restrittiva perché non ho video delle violenze domestiche. Inutile la questura” continua “Ero incinta e nemmeno questo per tutelarmi“.

La paura per la famiglia

Nel lungo sfogo sul social network la donna fa riferimento al fatto che fosse seguita dal Centro di Salute Mentale e che ci fossero dei “complotti” interni alla famiglia per farle continuare le cure. Cita anche il cagnolino, morto nell’impatto insieme alla bambina: “Non vi dico come hanno trattato la mia barboncina nel 2018“. Si rivolge, infine, al marito: “Tu ti schieri sempre con lui, sai le violenze che ho subito in quella casa“, aggiungendo “Spesso, dopo le violenze domestiche, mio padre mi prenota un TSO. Possibile che debba ricorrere a un avvocato per tutelare la mia privacy?“.