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A Pieve del Grappa, un incantevole Comune della provincia di Treviso, è scoppiata una polemica rovente riguardante la costruzione di un’antenna 5G. I lavori, avviati lo scorso primo agosto, sono stati una sorpresa per i residenti, che si sono accorti del cantiere solo dopo che i lavori erano già iniziati. Questo ha scatenato proteste e preoccupazioni diffuse.
La struttura, imponente con i suoi 29 metri, è collocata in un’area densamente popolata, a pochi passi da scuole e abitazioni, suscitando timori sui potenziali rischi per la salute pubblica. Ma cosa ne pensi? È giusto installare antenne di questo tipo così vicino a zone abitate?<\/p>
La mobilitazione dei residenti
In risposta a questa situazione, è nato il comitato “Antenna Pieve del Grappa”, formato da cittadini determinati a chiedere la sospensione immediata dei lavori e una valutazione pubblica sull’impatto ambientale e sanitario dell’impianto. I membri del comitato si sentono esclusi da qualsiasi fase del processo decisionale, sollevando interrogativi sulla trasparenza delle procedure. “Siamo convinti che un dispositivo che emette forti campi elettromagnetici vicino a residenze, in particolare dove vivono bambini, sia inaccettabile”, hanno dichiarato i residenti. E tu, come ti sentiresti se fossi in loro posizione?<\/p>
La situazione si complica ulteriormente a causa della mancanza di comunicazione da parte delle autorità locali. Il SUAP ha concesso l’autorizzazione il 29 maggio 2025, dopo aver ricevuto pareri positivi da enti come Arpav e la Soprintendenza. Tuttavia, i cittadini non si arrendono e chiedono con forza che venga presa in considerazione la rilocalizzazione dell’antenna in un’area meno impattante. La lotta per il diritto a un ambiente sano è una battaglia giusta, non credi?<\/p>
Il quadro normativo e le reazioni politiche
Questa vicenda si inserisce in un contesto normativo italiano che, purtroppo, limita il potere di intervento degli enti locali in materia di telecomunicazioni. La Legge Gasparri del 2004 e il recente innalzamento dei limiti elettromagnetici hanno centralizzato le autorizzazioni, lasciando pochi margini d’azione ai Comuni. Tuttavia, ci sono esempi di successo in altre località, come Comano Terme, che dimostrano che è possibile opporsi a interventi simili tramite il TAR. È incoraggiante sapere che ci sono vie legali per difendere i propri diritti, vero?<\/p>
I consiglieri di opposizione, nel frattempo, non stanno a guardare e hanno presentato un’interrogazione per richiedere al sindaco Annalisa Rampin di fornire dettagli sull’iter autorizzativo e di attivare un tavolo di confronto con la cittadinanza. I cittadini, determinati a farsi sentire, hanno avviato una raccolta firme che ha già superato le 300 sottoscrizioni, manifestando la loro crescente indignazione. È un chiaro segnale che la voce della comunità non può essere ignorata.<\/p>
Un panorama nazionale preoccupante
A livello nazionale, il Piano Italia 5G ha mostrato risultati deludenti: solo il 38,63% delle aree da coprire è stato completato a un anno dalla scadenza fissata dal PNRR. Le proteste contro l’installazione delle antenne 5G si stanno diffondendo in diverse regioni, mentre la Regione Toscana ha avviato un’indagine sugli effetti dei campi elettromagnetici. La questione della salute pubblica continua a essere al centro del dibattito, con richieste di maggiore trasparenza e protezione per le comunità locali. Ma quale sarà il futuro delle telecomunicazioni in Italia? È un tema su cui vale la pena riflettere.<\/p>