I test sono finiti. I numeri sono arrivati. Ma raccontano sempre la stessa cosa: un Paese che, quando si parla di scuola, non riesce proprio a camminare insieme, almeno per ora. Vediamo i risultati per le scuole medie nel 2025, quali i risultati e quali i possibili divari tra centro, nord e sud Italia.
Risultati delle Scuole Medie 2025, il divario centro nord sud anche dopo la pandemia
Più di 27.000 classi terze delle scuole medie nel 2025 hanno affrontato le prove INVALSI 2025. Una macchina enorme. E i risultati, almeno in apparenza, non sorprendono. In Matematica tutto stabile. Uguale agli anni scorsi. Italiano invece perde colpi, piano. Una lenta discesa che non fa notizia. Ma dovrebbe. Perché non è solo un caso isolato: succede anche in altri Paesi, sì. Ma questo non consola.
Nel frattempo, la pandemia è passata, ma le sue tracce restano. Anzi, restano fisse. Il divario? La percentuale di chi raggiunge un livello “accettabile” non cambia. Ma se si guarda la mappa… cambia tutto. Nel Centro-Nord, il 62% dei ragazzi ce la fa. Dall’altra parte, Sud e Isole sotto il 50%. È lì che si rompe qualcosa. È lì che si inizia a perdere. Non solo voti. Fiducia, opportunità, futuro.
Matematica spietata, Inglese sorprende: nei risultati scuole medie 2025 il divario centro nord sud ha ancora voce
Poi c’è la Matematica. Che dice le cose in modo secco. Quattro studenti su dieci, nel Sud, hanno competenze adeguate. Solo quattro. Al Nord? Sei su dieci. E non finisce qui: nelle aree dove i punteggi sono più alti, si allarga anche la forbice. Tra chi va forte e chi resta indietro. Non è un caso. Il problema non è solo migliorare la vetta, ma allargare la base. Portare su tutti, non solo alcuni.
E l’Inglese? Lì va meglio. Da qualche anno i risultati salgono. Lettura +9 punti, ascolto +16 rispetto al 2018. Per la prima volta, metà degli studenti raggiunge l’A2 ovunque, pure dove le cose vanno peggio. Ma anche lì, qualcosa stona. I divari restano. E succede una cosa curiosa: i ragazzi di origine straniera vanno meglio, specie nella prova di ascolto. Un segnale, forse che dobbiamo far capire ai ragazzi quanto le lingue possano ancora essere un ponte importante per il loro futuro professionale.