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Roma: Scontri durante la marcia per la Palestina

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Un'imponente manifestazione pro-Palestina a Roma si è conclusa con scontri violenti tra i manifestanti e le forze di polizia.

Roma ha assistito a una vasta mobilitazione durante la recente manifestazione pro-Palestina, dove centinaia di migliaia di partecipanti si sono radunati per esprimere la loro solidarietà. La marcia ha avuto inizio da Porta San Paolo, proseguendo verso San Giovanni, accompagnata da slogan come “Stop al genocidio”. Tuttavia, la serata ha preso una piega inaspettata quando un gruppo di circa 300 manifestanti, incappucciati, si è distaccato dal corteo principale, avvicinandosi ai palazzi istituzionali e dando vita a scontri violenti.

I fatti

La situazione è rapidamente degenerata in guerriglia urbana, con diversi scontri che hanno visto l’erezione di barricate, incendi di cassonetti e l’incendio di un’auto della polizia. Le forze dell’ordine hanno risposto con l’uso di lacrimogeni per disperdere i gruppi violenti. Il quartiere del Ghetto ebraico è stato blindato, mentre a piazza Vittorio Emanuele i tavolini dei bar e i cestini sono stati scaraventati in strada, creando scene di caos.

Fermati e arresti

Le forze di polizia hanno identificato 262 persone coinvolte negli scontri e due arresti sono stati effettuati. La Questura ha comunicato che queste persone potrebbero essere accusate di reati come danneggiamento, adunata sediziosa e resistenza a pubblico ufficiale. Durante gli scontri, sono stati dati alle fiamme due automobili e diversi cassonetti, mentre oggetti e petardi venivano lanciati contro le forze dell’ordine.

Reazioni politiche e sicurezza

Il premier Giorgia Meloni ha espresso il suo sostegno alle forze dell’ordine, ringraziandole per il loro lavoro in un contesto così difficile e per le aggressioni subite. Ha sottolineato l’importanza della loro presenza per la sicurezza del Paese, manifestando vicinanza a tutti gli agenti feriti durante gli scontri.

Piani di sicurezza e infiltrazioni

La manifestazione era stata oggetto di un attento monitoraggio da parte delle autorità, con un piano di sicurezza che prevedeva l’impiego di circa 2.000 agenti. Diverse operazioni di controllo erano state effettuate nei giorni precedenti, con oltre cento pullman controllati ai caselli autostradali. Durante questi controlli, erano stati sequestrati oggetti pericolosi, come aste metalliche e maschere antigas, rinvenuti su due pullman e un’auto. Anche alcuni minorenni erano stati identificati con attrezzature da guerriglia.

La partecipazione e le polemiche

La partecipazione al corteo ha suscitato dibattiti, con la Questura che ha quantificato i partecipanti in circa 250.000, mentre gli organizzatori hanno affermato che erano un milione. Durante la manifestazione, slogan contro Israele e il governo italiano sono stati ripetutamente lanciati, con striscioni che commemoravano eventi significativi nella lotta palestinese. Tra le bandiere, spiccavano anche simboli di gruppi come Hamas e Hezbollah.

Il clima teso è stato accentuato da messaggi di solidarietà e resistenza, con cori contro figure politiche come il premier Meloni e il leader della Lega, Matteo Salvini. Uno striscione ricordava il 7 ottobre come “giornata della Resistenza palestinese”, in riferimento agli attacchi di Hamas in Israele che hanno causato la morte di centinaia di civili e il rapimento di altrettanti.

La manifestazione a Roma ha evidenziato non solo il forte sentimento di solidarietà verso la causa palestinese, ma anche le fragilità e le tensioni che caratterizzano il dibattito politico e sociale attuale. La violenza che ha scosso la Capitale ha suscitato preoccupazioni sul futuro delle manifestazioni pacifiche e sull’importanza di mantenere un dialogo costruttivo.