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Sopravvissuti al Terremoto in Afghanistan: Affrontare le Sfide dell'Inverno Imminente

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Le famiglie afghane affrontano un inverno rigido e difficile, senza un riparo adeguato a causa dei recenti terremoti.

Le comunità nella provincia di Kunar, in Afghanistan, si preparano ad affrontare un inverno severo senza protezione adeguata, a seguito di terremoti devastanti che hanno distrutto le loro abitazioni. La situazione è critica, con la mancanza di riparo e i cambiamenti climatici che aggravano le difficoltà.

Da quando un potente terremoto ha colpito il paese, le famiglie si trovano a dover affrontare non solo la perdita dei propri beni, ma anche le sfide di un clima invernale che si fa sempre più intenso.

Con pesanti piogge e temperature in calo, la vita quotidiana è diventata una lotta per la sopravvivenza.

Le conseguenze del terremoto di agosto

Un evento catastrofico a fine agosto ha già devastato l’Afghanistan orientale, portando alla morte di oltre 2.200 persone. Questo è stato il terremoto più mortale degli ultimi anni, e le sue conseguenze si fanno ancora sentire. Ora, un altro tremore di magnitudo 6.3 ha colpito le province settentrionali, causando ulteriori perdite e distruzione. In particolare, la zona di Khulm, nella provincia di Samangan, ha visto la morte di almeno 27 persone.

La storia di Gulabuddin

Tra i sopravvissuti c’è Gulabuddin, un residente di Khulm, che ha perso sua nuora nel terremoto. Racconta delle difficoltà quotidiane: “Abbiamo perso tutto. L’inverno sta arrivando e abbiamo bambini piccoli. Dove possiamo andare?”. Attualmente, lui e la sua famiglia sono costretti a ripararsi presso i parenti, ma la situazione è insostenibile.

Condizioni di vita inadeguate

Le strade, una volta percorribili, sono ora diventate fangose a causa delle piogge incessanti. I villaggi sono stati trasformati in zone di disagio, con molti che dormono all’aperto a causa della paura di ulteriori scosse. La mancanza di vestiario invernale e coperte adeguate aumenta il rischio di malattie e decessi. Le temperature possono scendere fino a -20 gradi Celsius, rendendo la vita ancora più difficile.

Le necessità delle famiglie

“Le organizzazioni umanitarie hanno fornito aiuti durante l’estate, ma ora le esigenze sono cambiate”, spiega Najibullah Hanafi, un funzionario talebano. “I sopravvissuti necessitano di vestiti e risorse per affrontare il freddo”. Tuttavia, l’assistenza internazionale è limitata, poiché molti donatori, inclusi gli Stati Uniti, hanno ritirato i finanziamenti.

Il futuro e la ricostruzione

Alcuni campi sono stati allestiti ai piedi del monte Mazar Dara, ma la maggior parte dei sopravvissuti preferisce rimanere nei luoghi dove vivevano. La ricostruzione è un tema centrale, e molti esprimono il desiderio di edificare case più solide. “Dobbiamo costruire nel modo giusto, utilizzando calcestruzzo e mattoni”, afferma Sayid Wali Safay, un giovane agricoltore. “Se vogliamo evitare che le nostre case collassino di nuovo, dobbiamo cambiare approccio”.

Awal Jan, un altro residente, concorda: “Vogliamo ricostruire la nostra casa nella stessa posizione, ma con materiali che garantiscano maggiore sicurezza”. La determinazione di queste comunità è forte, ma senza un aiuto adeguato, le loro speranze di un futuro migliore rimangono appese a un filo.