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Sovraffollamento e degrado negli IPM italiani: un rapporto allarmante

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Un rapporto denuncia il sovraffollamento e le condizioni disumane negli istituti penali minorili italiani.

Le associazioni Antigone, Defence for Children e Libera hanno lanciato un grido d’allerta al Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia. Cosa sta succedendo nei nostri istituti penitenziari minorili? La situazione è critica: attualmente, 586 ragazzi sono detenuti, un aumento del 54% negli ultimi due anni. Molti IPM superano la loro capienza massima, costringendo i detenuti a trascorrere oltre 20 ore al giorno in cella, senza possibilità di partecipare a attività educative.

Il rapporto denuncia anche l’uso eccessivo di psicofarmaci e la separazione dei giovani adulti dai penitenziari minorili. Le organizzazioni chiedono l’abrogazione del decreto Caivano, che nel 2023 ha inasprito le pene per la criminalità minorile, e la chiusura della sezione minorile della Dozza di Bologna.

Il sistema di giustizia minorile italiano in crisi

Il sistema di giustizia minorile in Italia ha una storia radicata nel Codice di Procedura Penale Minorile del 1988, che promuoveva un approccio educativo alla detenzione. Ma cosa è successo nel frattempo? Negli ultimi anni, le politiche hanno preso una direzione opposta, abbandonando i principi di riabilitazione e reinserimento sociale. Si sta ignorando le necessità educative dei giovani, aumentando così il rischio di recidiva e trascurando alternative alla detenzione.

Il rapporto mette in luce un sovraffollamento senza precedenti nelle strutture penali minorili. Entro la fine del 2024, il numero di detenuti minorenni è aumentato del 54%, con istituti che superano la loro capacità. «Se non fosse per il trasferimento di molti giovani in carceri per adulti al compimento della maggiore età, i numeri sarebbero ancora più allarmanti», affermano le organizzazioni. A Treviso, per esempio, il numero di detenuti è quasi il doppio rispetto ai posti disponibili. E a Milano e Cagliari? La situazione è critica, con tassi di affollamento che raggiungono il 150%.

Condizioni di vita insostenibili

Il sovraffollamento ha portato a condizioni di vita insostenibili negli istituti penali. I ragazzi sono costretti a dormire su materassi di fortuna, e le attività educative sono drasticamente ridotte. Questo li costringe a rimanere per la maggior parte del giorno nelle loro celle, privi del supporto psicologico necessario. Ma non è tutto: il sistema fatica a gestire gli adolescenti stranieri non accompagnati, una categoria significativa tra i detenuti minorenni, molti dei quali hanno vissuto esperienze traumatiche e non ricevono l’accoglienza adeguata.

Il rapporto evidenzia anche l’uso eccessivo di farmaci psichiatrici, somministrati più per contenere comportamenti problematici che per affrontare le cause profonde. Le organizzazioni firmatarie lamentano che le risposte alle richieste di miglioramento delle condizioni di vita da parte dei detenuti sono state spesso punitive, piuttosto che costruttive. È questo il futuro che vogliamo per i nostri giovani?

Richieste di riforma e miglioramenti urgenti

Le associazioni chiedono una riforma urgente del sistema penale minorile, con richieste specifiche: abolizione del Decreto Caivano, creazione di strutture di custodia a bassa sicurezza e programmi educativi su misura per ogni detenuto. È fondamentale l’assunzione di educatori e assistenti sociali formati sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, oltre a garantire una formazione adeguata e continua per la polizia penitenziaria.

Infine, le organizzazioni sottolineano l’importanza di intensificare i controlli indipendenti sulle strutture penitenziarie minorili per garantire che le condizioni di vita siano allineate agli standard internazionali. La situazione attuale richiede interventi immediati e concreti. Come possiamo permettere che i giovani ristretti continuino a vivere in queste condizioni?