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Strage Bologna: Pld, sappiamo chi ma non perché

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Roma, 2 ago. (Adnkronos) - "Abbiamo deciso di aprire il nostro congresso, lo scorso 28 giugno, ricordando la strage alla stazione di Bologna. Quella bomba che, la mattina di 45 anni fa, uccise 85 persone e ne ferì 200. Lo abbiamo fatto perché questa non è una strage come le...

Roma, 2 ago. (Adnkronos) – "Abbiamo deciso di aprire il nostro congresso, lo scorso 28 giugno, ricordando la strage alla stazione di Bologna. Quella bomba che, la mattina di 45 anni fa, uccise 85 persone e ne ferì 200. Lo abbiamo fatto perché questa non è una strage come le altre. È l’unica, insieme a quella 'gemella' di Ustica, di cui non conosciamo la risposta alla domanda più importante: perché?".

Così una nota del il Partito liberaldemocratico, guidato dal segretario Luigi Marattin,

"La giustizia ha risposto al 'chi': un gruppo di terroristi neo-fascisti, uno dei quali ricompare anche nelle stragi mafiose di anni dopo, e alcuni appartenenti alla loggia massonica P2, che ordinarono e coprirono tutto. Ma nessuno ha mai risposto al 'perché'. Per le altre stragi che insanguinarono l’Italia in quel decennio terribile –da Piazza Fontana a via Caetani– la storia ha indicato un perché: impedire che l’Italia, dove un elettore su tre votava per il 'nemico', rompesse l’equilibrio fissato a Yalta. In Italia si combatteva una guerra meno fredda della Guerra fredda. Ma siamo ancora incapaci di dirlo ad alta voce: forse perché la politica e il dibattito pubblico non sono abbastanza maturi. Magari qualcuno userebbe quella verità per guadagnare voti o per giustificare le guerre (calde) di oggi".

"Ma di Bologna non sappiamo nulla. Nel 1980 il contesto era cambiato: dopo il caso Moro, il Pci non sarebbe mai arrivato al governo. Di lì a poco ci sarebbe stata la marcia dei 40 mila a Torino, a chiudere un decennio di durissima lotta sociale. Perché allora far saltare in aria una stazione? Che messaggio si voleva mandare? A chi? Non lo sappiamo. E nemmeno abbiamo un’ipotesi storicamente plausibile. Ecco perché -conclude la nota del Partito liberaldemocratico- Bologna non è una strage come le altre: ci ricorda, più di ogni altra, che un Paese che non conosce il proprio passato non può comprendere il presente. E non potrà costruire il proprio futuro".